
A quasi due settimane dal via del torneo, analizziamo quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi per la nuova Pallacanestro Cantù.
E’ soltanto pre-season, ma fra meno di ventiquattr’ore l’Acqua San Bernardo potrebbe conoscere già il primo verdetto stagionale. Se non dovesse vincere la Novipiù Monferrato contro la Reale Mutua Torino, i brianzoli verrebbero estromessi dalla Supercoppa di A2 in virtù del ko incassato martedì scorso contro quest’ultima. Nulla di realmente preoccupante se andasse realmente così, il vero obiettivo per i canturini resta il campionato e questa manifestazione è soltanto una tappa di avvicinamento a esso. Tuttavia sarebbe l’ulteriore dimostrazione che in questa categoria non c’è niente di scontato, nemmeno per una società di tale blasone. E che quindi bisognerà tenere in considerazione che determinati aspetti in questa annata potrebbero funzionare, altri meno. Andiamoli a scoprire insieme.
Pallacanestro Cantù 2023/24, perché convincersi che possa essere la volta buona
Generalmente una squadra vincente la si costruisce con le scelti estive, difficile andare a correggerla poi. A differenza della stagione scorsa, con diversi giocatori vincolati da contratto, la voce in capitolo di Romeo Sacchetti circa la costruzione del roster è stata preponderante (punto 1). Scegliendo di fatto su quali atleti della precedente rosa puntare. Sono così rimasti capitan Baldi Rossi, Berdini, Bucarelli e Nikolic, tutti apprezzati per un motivo o un altro dall’ex ct della nazionale. Ma soprattutto ora avrà a disposizione un organico meno profondo ma più congeniale alla sua pallacanestro. Vi ricordate l’assillo nel 2022/23, reso pubblico più volte, di spiegare ai suoi ragazzi che non tutti avrebbero potuto giocare in egual misura? Ecco ora non l’avrà più.
A proposito di rosa, la decisione di affidare la regia ad Anthony Hickey pare essere davvero azzeccata (punto 2). Il nativo di Hopkinsville sembra aver già convinto e divertito tutti con le sue giocate contro la Novipiù Monferrato. Certo, una rondine non fa primavera ma sicuramente le qualità del classe ’92 paiono evidenti. E soprattutto è un playmaker totalmente differente dal predecessore Roko Rogic, un elemento decisamente più adatto al gioco sacchettiano. La sua estrema rapidità è l’ideale per correre tanto, distendendosi in contropiede, creando anche quella superiorità capace di esaltare i tiratori. Da verificare soltanto la gestione dei possessi quando le difese avversarie cercheranno di indurre l’attacco biancoblù a utilizzare quasi tutti i 24″ a disposizione, ma il ragazzo promette bene.
Ma si sa, i singoli qualora fossero bravi possono essere un valore aggiunto, ma per vincere gli incontri serve spesso il collettivo. Lo ha imparato a sue spese la Pallacanestro Cantù, estromessa negli scorsi play-off da una compagine meno talentuosa (Pistoia) ma che nel gruppo ha trovato la sua linfa vitale per salire al piano di sopra. E perciò la dirigenza biancoblù ha provato a far suo l’insegnamento, cercando di dotare l’attuale gruppo di un’anima più consistente. Ecco quindi le scelte di arruolare tre ragazzi del territorio: a Cesana, Nwohuocha e Tarallo il compito di fornire all’Acqua San Bernardo quel tocco di canturinità che da un po’ di tempo a questa parte sta mancando (punto 3). Dando innanzitutto il 100% in allenamento, pronti poi a sbucciarsi ginocchia e gomiti quando verranno chiamati in causa in partita.
E siamo sicuri che, nel caso, il pubblico canturino saprà apprezzare tutto ciò indipendentemente dal risultato. E’ fondamentale che si vada a ricreare quel connubio tifoseria-squadra capace in passato di far rendere Cantù in linea o al di sopra delle aspettative. Tifosi che comunque, dal canto loro, stanno già rispondendo alla grande (punto 4). Nonostante la delusione incamerata nel mese di giugno, il numero di abbonati attuali quando manca ancora una settimana alla chiusura della campagna è già superiore (seppur di poco) a quello del 2022/23.

Pallacanestro Cantù. quali invece le insidie possibili?
Nei paragrafi precedenti sottolineavamo come la scelta di dotarsi di una squadra con rotazioni minori possa essere un’idea più congeniale al basket di Sacchetti. Tuttavia, esiste anche l’altra faccia della medaglia. E non è di poco conto. Un rischio che l’Acqua San Bernardo si è presa dalla stagione in cui non sarà più possibile rinforzarsi immediatamente prima dei play-off (punto 1). Facendo i debiti scongiuri, la speranza è di non dover andare incontro a qualche importante infortunio a un giocatore rilevante, specialmente dalla primavera in poi. Sostituire a dovere un americano sarebbe difficile, figuriamoci se invece si trattasse di un italiano. Ma anche in singole gare contro avversarie attrezzate, avere un roster ancor più ridotto potrebbe nuocere gravemente al risultato. E il match di Torino ne è la dimostrazione.
E con otto giocatori veri (dal debuttante Tarallo e dal rientrante Nwohuocha è giusto al momento non pretendere troppo), ancor più decisivo del passato sarà il contributo dei due stranieri. Già detto di Anthony Hickey, resta da capire quale sarà il rendimento di Solomon Young in Brianza (punto 2). Con il nativo di Sacramento di fronte a uno “switch” tutt’altro che trascurabile: passare dall’essere un giocatore non di punta (a Bamberg ben sette compagni con minutaggio medio superiore) a uno di quelli da cavalcare di più. Insomma, il compito cambia totalmente. Un atleta che, tra l’altro, in queste prime uscite sta dimostrando maggior propensione al tiro da fuori piuttosto che giocare nei pressi del pitturato. Con Baldi Rossi che predilige calcare altre piastrelle e con Burns unico adatto alla lotta in area, serva che Young riesca a dimostrare di avere una certa bidimensionalità per non soffrire particolarmente sotto le plance.
Una Cantù che dovrà sempre fare i conti con un inevitabile carico di pressione (punto 3). E’ iniziata ufficialmente la terza stagione consecutiva in A2 e giustamente il pensiero ricorrente di ogni brianzolo è quello di tornare al più presto nella massima serie. I dirigenti del club stanno provando a pronunciare il meno possibile quella parolina magica, sperando che teste e mani dei propri giocatori siano leggere al punto giusto per centrare l’agognata promozione. Basterà?
Certamente bisognerà calcolare anche le avversarie, che si presentano agguerrite più che mai in questo 2023/24 (punto 4). Nel proprio girone, quello Verde, la Reale Mutua ha già dimostrato pochi giorni fa tutta la sua consistenza. Curiosità su come potrà performare Trapani, che in quanto a potenzialità non ha nulla da invidiare a nessuno. Ma durerà? Poi la solita Treviglio, pronta a recitare il ruolo da protagonista. E nel Rosso invece? Probabilmente qui le concorrenza è ancor più nutrita. Trieste vorrà riscattarsi prontamente dalla fresca retrocessione, idem Verona. Udine come sempre ha i mezzi per andare fino in fondo ma soprattutto occhio a Forlì, che è riuscita a migliorare a dovere il proprio roster dopo aver già accarezzato il sogno lo scorso torneo. E la Fortitudo non la vogliamo mettere?






Massimo