
L’Italia come il Como 1907? Coppie al potere: analogie tra Massimo Nicastro e il leader M5S e tra Roberto Felleca e il capo della Lega
Nessuno si offenda: qui non si vuole mischiare calcio e politica. O forse sì, ma non su idee e contenuti. Lo scopo è semplicemente fare un parallelismo, anche un po’ ironico e satirico, tra la strana coppia che da qualche giorno controlla il potere esecutivo in Italia e il duo al comando del Como 1907. Di analogie, come converrete a fine articolo, ce ne sono parecchie.
LANDRISCINA COME MATTARELLA – L’ascesa al potere dei leader di Lega e M5S è stata preceduta da un periodo quantomeno caotico. Dopo novanta (un numero “calcistico”, guarda caso) giorni di crisi di governo, i due hanno ottenuto l’onore e l’onere di formare un esecutivo. Anche prima dell’arrivo di Felleca e Nicastro c’era il vuoto: il fallimento targato Essien aveva messo a rischio il futuro del club che, in caso di mancanza di acquirenti, rischiava addirittura la sparizione. Sia l’alleanza sardo-americana sia quella lombardo-campana hanno avuto bisogno che una figura super partes gli affidasse l’incarico: nel caso dei proprietari del Como fu il sindaco Landriscina; Salvini e Di Maio hanno invece dovuto convincere il Presidente della Repubblica, Mattarella.

LA RICERCA DI NUOVI SOCI COME IL DIALOGO CON LE POTENZE STRANIERE – Il presidente Massimo Nicastro è un uomo posato, diplomatico, che mantiene sempre la lucidità e misura le parole col contagocce. Un po’ quello che cerca di essere il nuovo ministro del lavoro, Luigi Di Maio. Con risultati alterni, a dir la verità: in questo Nicastro batte Di Maio. Però secondo noi il parallelo regge, soprattutto pensando all’internazionalità dei personaggi. Ancora prima delle elezioni il capo del M5S ha tenuto incontri persuasivi con importanti esponenti di USA e UE. E la mente va subito alla missione – in corso – di trovare nuovi soci all’estero, marchio di fabbrica di Massimo Nicastro.
L’UNITA’ D’INTENTI COME L’IMMIGRAZIONE – Se Nicastro e Di Maio sono le figure rassicuranti e istituzionali, nel nostro parallelo Felleca e Salvini sono senz’altro il lato della medaglia più sanguigno e impulsivo, ma contemporaneamente in grado di seguire la propria linea e, spesso, di farla seguire anche al proprio alleato. I cavalli di battaglia? Per Salvini immigrazione e Legge Fornero. Roberto Felleca invece ha spesso lamentato con veemenza torti arbitrali e, di recente, ha promosso un pugno duro in merito ai “dissidenti” all’interno della società (su questo, l’AD del Como ha seguito più lo stile 5Stelle: “O ti allinei o vai a casa”, con la sostanziale differenza che l’ultimatum era diretto a propri dipendenti e non a colleghi di partito). Un’altra analogia? L’intensa attività di entrambi sui social.
OSSERVATORI DIVISI – L’opinione pubblica discute su entrambe le coppie (ovviamente il bacino d’utenza e di interesse è un tantino diverso), buona parte le aspetta al varco. Molti preferiscono uno stile all’altro. I proprietari del Como hanno già dimostrato qualcosa, i due “governanti” sono solo all’inizio del loro percorso.
QUALE FUTURO? – Capire le prospettive dell’alleanza Lega-M5S è dura: roba da sfera di cristallo o giù di lì. Di certo, per la natura stessa delle due forze politiche, la sensazione diffusa è di una possibile pugnalata alle spalle appena la separazione gioverà a una delle due. A Como non siamo a questo punto. Dopo un anno, Massimo Nicastro e Roberto Felleca sono ancora insieme e tutto sommato uniti, pur con varie differenze di vedute. Anche questo idillio però non dà la sensazione di poter durare all’infinito. Com’è normale che sia in un calcio moderno in cui nulla dura per sempre.





