Edizione 2016 del Marathon Trail Lago di Como

[ethereumads]

Sabato 24 Settembre grande spettacolo per gli amanti della corsa in montagna. Sui monti attorno al lago di Como si è infatti svolta una nuova edizione del “Marathon Trail”.

 

Un percorso attraverso luoghi “antichi”, terre selvagge e ambienti incontaminati, dove a volte, il silenzio e la pace intorno a te sembrano penetrarti nelle orecchie. Partenza ed arrivo a Menaggio con la possibilità di partecipare a 3 competizioni diverse: “la corta” di 28 km con D+ 2000, “la media” di 55 km con D+3800 e “la lunga” di 116 km con D+7400.

Per provare l’esperienza completa ho deciso quindi di partecipare alla lunga.

Quindi alle 8.00 di sabato mattina, si parte. Pronti, via…comincia il viaggio. Non sono abituato a studiare la mappa e il roadbook delle corse (cosa che andrebbe fatta) perché non voglio sapere cosa mi aspetta, preferisco “prendere le cose cosi come vengono”. Pero’ in questo caso so benissimo che da quota 200 mt si “spara” subito a quota 2.100 mt in cima al monte Bregagno. Qualche pezzo bello tosto, tipo il pratone finale, mette subito a dura prova le gambe, che cerco di preservare senza farmi prendere dalla foga di fare. Dalla vetta, si prosegue in cresta, lungo un sentiero che richiede un po’ di attenzione. Giro la testa a destra e a sinistra, ma niente…è tutto grigio, nebbia da tutte le parti…ma almeno cosi non si vede mai la cima delle salite che si affrontano, che altrimenti sembrerebbe irraggiungibile.

mt-1

Dopo questo tratto, la strada scende lungo dei pratoni su cui mi concedo un paio di scivoloni, per fortuna senza nessuna conseguenza e arrivo al rifugio Menaggio dove mi comunicano il vincitore “della corta”. “Uhm…loro sono già arrivati e io ho ancora piu’ di 90 km da fare…ma fare una cosa semplice, rapida ed indolore, no eh??!!??”. Avanti ancora in discesa fino a Plesio, dove trovo degli amici che mi sostengono e coccolano, mentre mangio un piatto di pastina. Ricaricato nel corpo e nella mente, riparto passando per Barna, arrivo a Bene Lario dove si puo’ correre lungo la pista ciclabile fino all’imbocco della salita. Da qui ci sarà un lungo tratto a salire fino ad arrivare al rifugio Venini. Una rampa dopo l’altra, un tornante dopo l’altro, si sale, si sale e si sale ancora…sembra che il rifugio venga continuamente spostasto perché non ci si arriva mai. Ma ad un certo punto, alzando la testa, si intravedono delle bandiere che fanno capire che ci siamo. Altro “pit-stop”, per fare il pieno d’acqua e mangiucchiare qualche cosa e poi si riparte. Pensavo di scendere subito, invece devo fare ancora un po’ di salita per arrivare in cima al monte Galbiga. Si fatica, ma almeno ora il meteo è un po’ piu’ clemente e si puo’ godere di un bel panorama. Passato il monte di Lenno si arriva al rifugio Boffalora; si affronta un tratto di asfalto prima di ributtarsi nel bosco lungo una stradina che porta a San Fedele Intelvi. Sta arrivando la sera e non vedo l’ora di arrivare ad Argegno dove potro’ cambiarmi e mangiare un piatto caldo, ma prima devo fare ancora un po’ di salita. Quindi via attraverso Alpe Grande, Orimento e Pizzo della Croce. Ora è meglio accendere la lampada frontale per affrontare la discesa che porta ad Argegno. Le distanze tra i vari concorrenti sono notevoli, ma ho la fortuna di non essere solo, con me ci sono altri 3 compagni di viaggio. Visto che l’andatura è simile per tutti decidiamo di proseguire tutti insieme.

Ad Argegno, piccolo momento di relax. Mi posso cambiare, quindi indosso dei vestiti asciutti e un po’ piu’ caldi in vista della notte, mangio un pasto caldo e per qualche minuto sto con le gambe sotto il tavolo. Meglio non esagerare con la pausa, non vorrei raffreddarmi troppo. Quindi afferro un altro pezzo di pane e riparto. Non ho il tempo di digerire perché la strada si impenna subito anche se per il primo pezzo è asfaltata e quindi “si va via” bene. Si arriva a Pigra e si prosegue per Blessagno. Attraverso varie creste si arriva al rifugio Boffalora, in questo tratto ho un attimo di crisi, infatti perdo un po’ di contatto dai miei compagni di viaggio, ma le salite si fanno sentire per tutti e cosi, lungo la salita che riporta al rifugio Venini le gambe ricominciano a girare e torno in gruppo. Al rifugio mi copro il piu’ possibile, perché è notte ed è davvero freddo, peccato essermi dimenticato i guanti ad Argegno perché mi congelano le mani. Per scaldarmi riparto subito, anche perché ora ci manca solo una lunghissima discesa fino a Menaggio (anche se nel mezzo c’è un ultimo strappo che ti fa imprecare come non mai…). La prima parte di strada ha una pendenza minima, si passa attraverso un tunnel della prima guerra mondiale e poi si arriva alla zona delle trincee (una la si attraversa anche dall’interno, maledicendo tutti i gradini, sia a scendere che a salire…). Da qui in poi la pendenza aumento e la discesa si fa un po’ piu’ impegnativa (per fortuna non piove, altrimenti ci sarebbe stato da ridere…).

Finalmente si raggiunge nuova mente la lingua nera di asfalto, vuol dire che manca davvero poco. Con i miei 3 nuovi amici riusciamo a correre e arriviamo tutti insieme al meritato traguardo!

La gara ha rispettato le aspettative, è stata dura, molto dura. I monti delle nostre zone sono davvero tosti, ma allo stesso modo hanno un fascino unico.

Ed ecco i vari podi sulle diverse distanze:

Long distance

1- Gridin Andrey                    15h58’55”

2- Vuillermoz Marco             17h08’01”

3- Streit Patrick                      18h15’29”

1- Karigl Daniela                20h07’14”

2- Saggin Giulia                 22h57’24”

3- Trevisan Sara                23h18’23”

 

55 km

1- Sala Moreno                  7h57’56”

2- Varisco Luca                 8h04’32”

3- Ciabarri Michele          9h03’13”

1- Pedroni Cecilia                 9h04’42”

2- Arrigoni Giuliana           10h08’30”

3- Crucifero Antonella       11h02’35”

 

18 km

1- De Bernardi Massimiliano    3h22’00”

2- Chiccho Davide                       3h27’24”

3- Gianoncelli Enrico                 3h35’51”

1- Mauri Marialuisa          5h07’15”

2- Andena Laura                5h33’22”

3- Colombo Elena               5h56’57”

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Stefano Grisoni
La corsa. E' iniziato tutto come uno scherzo...andiamo a fare la maratona di New York! E booommm! Lo scherzo è diventato una passione, correre. In strada, in montagna, in salita, in discesa, in pianura, su mulattiere, su sterrati, nel deserto, col caldo, col freddo, l'importante è andare...ho l'immensa fortuna di avere due gambe funzionanti che possono portarmi ovunque, quindi voglio scoprire il mondo a piedi mettendomi sempre alla prova! Lacio Drom!

2 thoughts on “Edizione 2016 del Marathon Trail Lago di Como

  1. Stefano Grisoni hai svelato quale è stato il tuo primo piatto caldo (pastina), ma gli altri quali sono stati? Sei arrivato al dolce e all’ammazza caffè?! Scherzo.. Super! 😀

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