Luciano Cominetti: “Orgoglioso del nostro campionato e dei giovani”

luciano cominetti
[ethereumads]

Intervista in esclusiva di WinCanTu.it a Luciano Cominetti, coach del Pool Libertas Cantù. Con lui abbiamo ripercorso i momenti più importanti del 2017/18, discusso del rapporto con suo figlio e azzardato un pronostico.

 

Il campionato di volley A2 2017/18 è già terminato da una decina di giorni per il Pool Libertas Cantù, ma dopo una settimana di meritato riposo concessa ai propri giocatori e archiviate le festività della Santa Pasqua, è tornato ad allenarsi ieri sera al Parini agli ordini di coach Luciano Cominetti e del suo staff. Non poteva essere occasione migliore per incontrare l’allenatore canturino e analizzare la stagione appena conclusa, parlare del presente e perché no, disquisire sul futuro con la riforma dei tornei della Lega Volley che potrebbe essere ratificata a breve.

Coach, innanzitutto complimenti per la più che positiva annata della sua squadra. Un avvio in salita (1 vittoria e 5 sconfitte nelle prime sei) preventivabile ma poi una salvezza ottenuta senza patemi.

“Partire a razzo era oggettivamente impossibile, visto il cambio della guida tecnica in panchina e in campo nel ruolo di palleggiatore. Quest’ultimo, con Umberto Gerosa e Cantù che si sono salutati dopo tantissime stagioni insieme, è stato quello più problematico. Oltre a questo non va dimenticato che eravamo una delle squadre più giovani, una volta stabilizzati abbiamo fatto vedere delle buonissime cose. Il nostro obiettivo era quello di entrare nella Pool B e salvarsi, ampiamente centrato e soprattutto siamo orgogliosi del sesto posto conquistato nella regular-season.”

All’ottava giornata il primo sgambetto ad una delle big di A2, Spoleto. E’ stato a suo avviso il momento più importante per la consapevolezza dei vostri mezzi oppure si sente in dovere di citarne un’altro?

La vittoria che ci ha dato una spinta in più è stata quella precedente contro Taviano, ottenuta in trasferta. Vincere al Sud è sempre difficilissimo, arrivavamo dal successo al tie-break contro Bolzano ma che ancora non ci aveva dato l’idea completa delle nostre potenzialità. Ha poi cimentato ancor di più il gruppo proprio quella contro Spoleto: l’infortunio nel riscaldamento di Piazza ha proiettato in campo il giovanissimo Mirko Baratti (classe 97′), che per l’intero match è stato “coccolato” da tutti, aumentando il senso di unione. La differenza l’abbiamo poi fatta al servizio, prendendo delle posizioni in campo e mettendoli così in difficoltà.”

luciano cominetti
Mirko Baratti (palleggiatore)

Un infortunio che ha rappresentato idealmente il passaggio di testimone tra lo stesso Piazza e Baratti nel ruolo di palleggiatore titolare. Ci dica la verità, una possibilità che in qualche modo aveva ipotizzato ad inizio torneo o più frutto del destino?

“La sua stessa identica situazione si propose nella mia carriera da pallavolista. Iniziai a giocare in A2 per una questione di fortuna. Arrivavo dalla serie B, si infortunò un giocatore e mi ritrovai catapultato in questa nuova categoria. In ogni caso le qualità di Mirko si intravvedevano già buone, soprattutto come distribuzione del gioco. Chiaramente aveva un percorso tattico in cui maturare. Nel proseguo è diventato un giocatore in grado di gestire la squadra anche in situazioni difficili, a dimostrazione di ciò ha concluso due match importanti (Aversa e Reggio Emilia) con due pipe, prima di allora per lui era quasi una palla sconosciuta.”

Un giudizio sugli altri diversi giovani della propria rosa?

“Abbiamo schierato Roberto Cominetti, Alessandro Frattini e lo stesso Baratti che sono tutti classe 97′. Non dimentichiamoci Caio, di solo un anno più grande. Quest’ultimo tra l’altro è stato molto più continuo in battuta rispetto al campionato precedente, passando dalla salto float per via della sua insicurezza a quella in salto, grazie alla quale ci ha fatto conquistare diversi set. Loro quattro sono un po’ il fiore all’occhiello di quanto fatto quest’anno, proporne in futuro di più francamente è dura. In tal senso, bisogna fare i complimenti a due veterani come capitan Monguzzi e Robbiati che hanno saputo fare a loro da chioccia. Effettuare questo cambio generazionale, rende orgogliosa la società ed anche me stesso.”

Tra questi per l’appunto c’è proprio suo figlio. Come è stato in questi mesi il rapporto pallavolistico tra Roberto e Luciano Cominetti?

“Un aspetto che non mi ha mai creato preoccupazione, l’ho sempre ritenuto ragazzo intelligente e capace di soffrire, sa accettare e capire ciò che è giusto in un determinato momento. Un certo tipo di problema si è presentato nelle prime amichevoli, quando il tenerlo in campo a fronte di errori poteva essere visto negativamente da qualcuno ma era soltanto per formare il giocatore, per fargli prendere campo come poi è successo a Baratti e Frattini. La paura era un po’ quella per Roberto, però gli dissi chiaramente che non si doveva preoccupare di ciò poiché tutti hanno sempre qualcosa da dire. Da quel momento ha guadagnato in tranquillità, aiutandomi parecchio.”

Nell’ultima partita di questo 2017/18 un abbraccio intenso a fine partita fra voi due. Soltanto soddisfazioni personali o un preludio a scelte sportive differenti?

“E’ dovuto al fatto che abbiamo sofferto insieme, in silenzio. Una promessa che mi ero fatto è stata quella di non parlare di pallavolo tra noi due al di fuori di allenamenti e partite, vivendo a stretto contatto la restante della giornata. Tutto perfettamente rispettato. Negli ultimi tempi però avevamo capito che era il momento di stringere i denti per agguantare l’obiettivo che ci eravamo prefissati, l’abbraccio è stato quindi un gesto liberatorio. Sono orgoglioso del fatto che il presidente Ambrogio Molteni ci ha voluti insieme, una scelta che francamente non poteva essere facile pur conoscendo sia il sottoscritto che il ragazzo.”

Luciano Cominetti
Roberto, figlio di Luciano Cominetti

 

Lei era già stato allenatore Libertas dal 2001 al 2004 e ne 2009/10. Ha ritrovato una società cambiata?

“Il punto di riferimento è sempre presidente Molteni, con una gestione familiare ma estremamente ideale per far bene, congeniale rispetto a dove ci sono tante persone all’interno ai propri vertici. Sa dove vuole e può arrivare, dicendotelo chiaramente. Anche quando allenai a Bergamo era simile, una situazione in cui mi trovo perfettamente a mio agio. E’ cresciuta nell’aspetto medico con uno staff di grande qualità, che ha saputo rimettere in piedi Monguzzi, Piazza, Baratti e Butti. Non dimentichiamoci quello tecnico, senza nulla togliere ai miei assistenti precedenti, ma Massimo Redaelli e Nicola Lasio che cercano in tutti i modi di ammortizzare le mie fatiche e fornendomi sempre una quantità enorme di dati. Max lo conoscevo come persona a grandi linee, è stato un bel trovare. Sono stato fortunato a trovare uno staff del genere.”

Sono giorni in cui si parla di una possibile riforma dei campionati volley, con il ritorno delle retrocessioni in Superlega e l’istituzione di una nuova serie A tra quest’ultima e il torneo di A2. Qual’è il suo parere?

“Si va alla ricerca di un modo per alzare il livello, ma non lo si attua semplicemente cambiando il nome di una categoria. Ad esempio quello di B lo definisco un campionato “marmellata”: magari tre buonissime squadre a giocarsi la vittoria finale, con il resto delle compagini però di modesto valore. Ritengo tutto ciò poco allenante, motivo per il quale suggerii a mio figlio di venire a giocare a Cantù e di stare in A2. Va detto che la formula di quest’anno ha messo in evidenza diverse falle, dove squadre che performano bene nella stagione regolare, rischiano poi di essere risucchiate nel discorso retrocessione.”

Un pronostico secco sui play-off di A2. Chi salirà in Superlega?

“Vedo bene Santa Croce, ha fatto un bel cammino rispetto alle altre. Roma ha fatto bene nella prima parte mentre ora sta un po’ zoppicando. Staremo comunque a vedere, poiché nei play-off può sempre succedere di tutto.

Ce lo segniamo, caro coach Luciano Cominetti, il suo pronostico. Non ci stupiremmo lo azzeccasse, d’altronde ha già dimostrato di saperci vedere benissimo. Spesso e volentieri, anche coi video-check..

 

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Marco Ballerini
Un calcio al pallone, due tiri a canestro, una corsa nei boschi, una pedalata tra salite e discese, una nuotata nel mare, una sciata nel bianco, una pagaiata sul lago.. Sacrifici, sudore, fatica, passione, socialità, emozioni, obiettivi, traguardi.. Lo sport è sempre un ottimo pretesto per VIVERE e per sentirsi VIVI !!

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