
Risolte alcune delle cose che facevano brontolare i tifosi l’anno scorso. Se sarà troppo tardi per riconquistarli, Roberto Felleca lascerà. E Nicastro…
La piazza comasca non si è svegliata una mattina con la voglia di schierarsi contro Roberto Felleca perché brutto, antipatico o sardo. Lo ha fatto basandosi su tutta una serie di errori commessi dalla parte sarda della società. Errori comunicativi (tante, troppe le dichiarazioni a voce e sui social che hanno attirato la rabbia dei supporter biancoblu), ma non solo. Dalle urla del Corda multitasking fino alle chances di primo posto buttate via nel match casalingo col Gozzano e nella trasferta di Carate.
Per non parlare della questione ripescaggio. Per parte della tifoseria la fiducia nei confronti di questa società è finita nel momento in cui il salto di categoria promesso da Roberto Felleca non si è concretizzato. Una questione gestita male sia dall’AD che da Nicastro (il quale addirittura sosteneva fosse meglio rimanere in D) e che ha costretto la città a subire un altro anno di inferno, tra l’altro in un girone con ben poco appeal.
Roba che avrebbe scatenato disamoramento e contestazione in qualsiasi piazza.

Felleca ha sempre ritenuto la contestazione immotivata, o perlomeno esagerata e troppo prolungata. Però, apprezzabilmente, non ha mollato. Anziché abbandonare al proprio destino la società, ha cercato di riavvicinarsi ai tifosi e, per farlo, ha risolto alcuni dei pomi della discordia. O della disCorda: Ninni non urla come prima, resta una figura chiave ma Banchini ha una autonomia decisamente maggiore rispetto ad Andreucci. Per quanto concerne i rapporti coi tifosi, dopo essere stato respinto dalla curva non ci sono state interviste offensive o polemiche. Anzi, l’intervista a Corda pubblicata ieri da La Provincia va nella direzione del disgelo. E anche nell’uso dei profili social il cambio di tendenza è evidente. Insieme a tutto ciò, c’è una rosa forte costruita dai sardi per vincere il campionato. I risultati per ora sono buoni, senza qualche distrazione di troppo in zona Cesarini sarebbero straordinari. Punti e classifiche, si sa, leniscono ogni ferita. E c’è anche un settore giovanile rimesso insieme dopo il terremoto estivo.
Basterà per ricomporre la frattura tra Felleca e la città di Como? Oppure è troppo tardi? C’è possibilità che l’AD e i tifosi si riconquistino a vicenda, riaccendendo l’entusiasmo sia sugli spalti che dietro le scrivanie?

Qualora lo strappo permanesse, Felleca potrebbe vendere le sue quote e la palla passerebbe a Massimo Nicastro. Aspettando il 20 novembre, quando dovrà ripianare il bilancio, il presidente continua a lavorare ai fianchi i suoi interlocutori americani la cui esistenza, la cui identità e le cui intenzioni sono tutte da verificare. Un salto nel vuoto, insomma. Torna così il solito dilemma: meglio la strada vecchia, sarda e già conosciuta, o la nuova, forse a stelle e strisce e piena di incognite?






Al di là degli errori evidenti, situazione paradossale:quasi tutti schierati con Nicastro e contro Felleca,quando nessuno ha elementi certi sul loro operato e nessuna sicurezza sul quale dei due sia meglio…
La Società ha gestito malissimo, anche a livello di comunicazione, la questione ripescaggio. La squadra attuale (ottima), pero’, l’hanno Felleca e Corda. Il resto sono chiacchere.
Nicastro a differenza di Felleca è più bravo ad esprimere i concetti ed è stato furbo.. Si è smarcato per quanto riguardava il ripescaggio, per poi riavvicinarsi ora..
Però la sostanza non cambia, non vedo differenze.. bisogna mettere i soldi e questi due signori oltre la D non ne vogliono mettere..