Intervista esclusiva a Ninni Corda, che ha parlato di molti temi: dal suo ruolo alla punizione di lunedì mattina, da Guazzo ad Andreucci. E non solo.
Potremmo definirlo il collaboratore tecnico più importante della storia del Como. Sì, perché il ruolo di Ninni Corda è stato fondamentale sin dall’inizio di questa società: è stato proprio lui a proporre l’affare a Felleca e Nicastro, ai quali il sindaco Landriscina ha poi concesso il titolo sportivo. In sede di mercato i suoi pareri sono stati molto importanti e anche tuttora dà il suo contributo nel lavoro quotidiano della squadra. Ed è proprio con Ninni Corda che abbiamo chiacchierato in esclusiva a Vighizzolo, subito dopo l’allenamento pomeridiano: sono venuti fuori molti temi interessanti.
Partiamo dalle cose che funzionano. Per esempio dal buon lavoro fatto in sede di mercato: nonostante il poco tempo, avete messo insieme diversi giocatori di livello…
“Sì, ed è stato difficilissimo perché i tempi erano stretti. A Ferragosto molti giocatori erano già stati presi: abbiamo fatto il possibile per costruire una rosa più competitiva possibile. E’ naturale che con più tempo a disposizione avremmo fatto meglio“.
11 punti in sette partite: se ne aspettava di più o di meno?
“Sicuramente la partita di domenica ha fatto un po’ saltare il banco. Avessimo vinto col Seregno, avremmo recuperato i punti persi a Tortona e Caronno. Tre o quattro punti ci mancano, ma nel calcio nessuno te li restituisce“.
Cosa vogliamo dire dell’allenamento di lunedì mattina?
“Como è una piazza che merita tanto, non è come giocare in un paesino sperduto della Calabria. Quindi tutti dobbiamo avere rispetto della piazza, della tifoseria e della città evitando brutte figure come quella di domenica. Col Seregno siamo stati disarmati e disarmanti. Sono cose che non devono succedere e radunando la squadra il lunedì mattina presto abbiamo voluto dimostrare il punto di vista di staff tecnico e società. I ragazzi sono intelligenti, mi auguro che abbiano capito ma parlerà il campo. Abbiamo tre partite in una settimana che saranno importanti per il nostro futuro“.

Tornasse indietro, riprenderebbe Guazzo?
“Non è stata una decisione solo mia, anche se i miei consigli hanno pesato. Col senno di poi, no. Ho grande rispetto del ragazzo e del professionista, il rapporto di fiducia non è mai venuto meno, però si è presentato in ritiro in condizioni non accettabili e tutti noi avremmo dovuto capire la situazione: o tornava fisicamente messo bene o era meglio non fare l’operazione. Ci aspettavamo motivazioni superiori, poi sono subentrati anche dei problemi personali suoi“.
Ci conferma che siamo a un passo dalla rescissione e che si ritornerà sul mercato?
“Assolutamente sì, questo è il pensiero della società“.
Cambiando argomento, come valuta Andreucci?
“Sta lavorando molto bene, 24 ore su 24. Lui è un allenatore vero, non un accompagnatore come tanti nel mondo del calcio. Dà tutto se stesso e sta facendo un grande lavoro“.

Ma Ninni Corda in panchina ci tornerebbe?
“Mah, vedremo più avanti, quando finirà la squalifica. Da una parte mi piacerebbe, dall’altra no. Mi manca ma non eccessivamente. I miei 20 anni da allenatore mi hanno un po’ logorato, anche per come vivevo io la professione. Ora sono più rilassato, anche se fino a un certo punto…“.
A proposito di questo, non pensa che la sua presenza costante e molto attiva sia agli allenamenti che nelle partite possa creare un po’ di confusione o disagio all’allenatore o alla squadra?
“La mia presenza dev’essere sempre costruttiva. In tribuna ogni tanto ragiono troppo da tifoso, devo migliorarmi e ho preso un impegno con me stesso: da domenica starò più tranquillo. Però non penso di mettere a disagio nessuno e nessuno mi ha mai palesato problemi, è più un discorso personale: devo avere un’immagine diversa“.
Cosa possiamo dire in merito alla possibile collaborazione con Cagliari e Olbia?
“Felleca è amico di Giulini e Beretta (rispettivamente presidente e responsabile del settore giovanile rossoblu, mentre l’Olbia è una società satellite del Cagliari, ndr), ma bisogna andare oltre queste due squadre. Le collaborazioni dovranno essere anche con Inter, Milan, Juventus, Sampdoria, Genoa, Atalanta, Chievo, Udinese, Torino. Tutti rapporti che andranno intensificati, ancor più quando il Como tornerà tra i professionisti. Per ora siamo working progress, tra dicembre e gennaio le svilupperemo. Il Torino con Massimo Bava (responsabile del settore giovanile granata, ndr) ci ha fatto una cortesia con Di Jenno, mentre grazie a Ferrigno con l’Udinese la collaborazione è già attiva come dimostrano le operazioni di Zukic, Kucich e Bovolon“.
Cinque anni fa, in un’intervista, mi disse di sognare la panchina di Cagliari e Real Madrid. Ora che sogni ha?
“Contribuire a riportare il Como in Serie A: un sogno meno impossibile rispetto ad allenare il Real Madrid. Sono troppi anni che il Como manca dalla A. Ovviamente bisogna andare per gradi. Ma se la società continua a fare le cose per bene, è un obiettivo raggiungibile in 6/8 anni. Con Nicastro e Felleca l’idea è quella. Purtroppo questo è un anno di assestamento: è brutto dirlo perché tutti noi vorremmo vincere subito, come i tifosi. Ma ci vuole pazienza, realismo e calma: siamo partiti molto in ritardo“.





