Moreno Longo: “Squadra dal gran potenziale, la voglio curiosa”

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[ethereumads]

Ma nella conferenza stampa di presentazione Moreno Longo, nuovo mister del Como, suggerisce di ragionare per step: asticella da alzare poi.

Fermatasi bruscamente, anticipatamente e purtroppo per motivi di salute la gestione targata Jack Gattuso, per il Como 1907 da martedì scorso se ne è ufficialmente aperta un’altra. Una ventata di novità che non riguarda solamente il neo allenatore in carica, bensì pure il suo staff, decisamente allargato rispetto a quello del predecessore. Moreno Longo, infatti, potrà beneficiare anche del lavoro di tre suoi uomini di fiducia che il club azzurro ha deciso di accogliere con sé: lo storico vice Dario Migliaccio, il preparatore atletico Paolo Nava e il collaboratore Luca Ceccarelli.

Archiviate le prime due sedute con Fàbregas e compagni, per il tecnico torinese poche ore fa è stato il momento di presentarsi alla stampa. Spirito e parlantina giusta per convincere i giornalisti, ma sa benissimo che il compito più difficile sarà accontentare l’intero ambiente. Tifosi in primis, che potrebbero avere un occhio di riguardo in meno rispetto a quella che era ed è una loro autentica bandiera (a cui ha augurato una pronta guarigione). Ma il classe ’76 pare pronto anche a tutto questo, “ho visto questo stadio da avversario e festeggiare, dovremo essere bravi a riaccendere l’entusiasmo il più presto possibile” un estratto a riguardo delle sue parole.

Moreno Longo: “Capire velocemente dove intervenire, vogliamo un’identità riconoscibile quanto prima”

Impressioni, per l’ex mister dell’Alessandria, che sono già positive. “Ringrazio la proprietà e il direttore per questa grande opportunità – ha esordito Longo -. Ho subito percepito quelle sensazioni che si avvertono quando dall’altra parte c’è una grande opportunità. Ho trovato un gruppo dalla grande disponibilità in questi primi giorni. Spero che ciò non sia dovuto dall’arrivo di un nuovo allenatore ma che sia semplicemente una mentalità che ci dovrà contraddistinguere nel resto del campionato“.

Sapendo benissimo però che due giorni soltanto non siano sufficienti per trarre giudizi definitivi. “Da parte mia c’è grande curiosità nell’andare a toccare con mano tutti quegli aspetti si valutati, ma solamente esternamente. In questo momento non mi sto focalizzando su cosa funziona o meno, ma sulla conoscenza e le indicazioni che ricevo dal gruppo per capire dove intervenire: andrà fatto velocemente. Vogliamo un’identità riconoscibile quanto prima e dei calciatori curiosi con voglia di migliorasi, perché questa squadra ha un grande potenziale”.

Un Longo che quindi non vuole nascondersi dietro al valore della rosa, ma parallelamente preferisce procedere per gradi. “La società è stata chiara con me, il progetto è ambizioso. Al tempo stesso è realistica e ora navighiamo in penultima posizione nonostante le previsioni iniziali, quindi nell’immediato dovremo avere dei micro obiettivi. Parlare di vincere il campionato sarebbe da presuntuosi e questa categoria non permette di avere atteggiamenti superficiali. Quest’anno inoltre è molto complicata. Una volta eventualmente raggiunti potremmo poi alzare l’asticella più in alto. Personalmente tendo generalmente a non pormi limiti ma a lavorare forte e quotidianamente”.

Come prematuro parrebbe parlare di sistema di gioco, che necessariamente non dovrà essere quello che lo ha contraddistinto in passato. “Ho delle idee e un piano tecnico di partenza. Attualmente però l’osservazione è fondamentale, perché i giocatori si scoprono allenandoli. Sto già vedendo cose interessanti che da fuori non si coglievano. In ogni caso non mi piacciono gli integralismi, bisogna capire cosa può essere più funzionale a un determinato gruppo. In aggiunta a ciò va detto che pochi hanno la fortuna di trovare una squadra cucita su misura per le proprie idee. Non bisogna quindi fossilizzarsi soprattutto quando si ereditano squadre non costruite dall’inizio“.

A sua disposizione avrà un organico con un mix d’esperienza e gioventù. Inevitabile un commento sul suo giocatore di maggiore spessore. “Fàbregas? Lavorare con giocatore importanti può sicuramente arricchirti e per certi versi tutto può diventare più facile. A Torino mi era già capitato un discorso simile. Lui è un grande giocatore in grado di muoversi in più zone del campo, con lettura degli spazi importante e una tecnica sopra la media. Credo che possa giocare sia davanti alla difesa che dietro le punte”.

Ma anche su quegli interpreti che potrebbero garantire maggiore freschezza. “I giovani? Credo molto in loro, a patto che siano bravi. Sono dell’avviso che non bisogna forzare nulla, saranno loro a suggerirmi che andranno fatti giocare perché si alleneranno bene e perché dimostrano di essere all’altezza. Non ho preclusioni in base alla carta d’identità, se uno vale deve giocare. Oggi in Champions League giocano i 2004 se non addirittura i 2005, in Italia invece persiste la cultura ferrea e feroce del risultato che non permette di aspettare nessuno. Un modo di pensare che però non mi riguarda”.

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Moreno Longo (a dx) insieme al Dg Carlalberto Ludi (a sx)

Carlalberto Ludi: “Moreno Longo fortemente voluto, ambizioso e combattivo come noi”

Alla conferenza stampa in questione non poteva di certo mancare il Dg del club lariano, che ha ripercorso i giorni e le motivazioni della scelta. “Vorrei cominciare ringraziando Gattuso per quello che ha fatto in questo periodo – l’esordio di Carlalberto Ludi -. Mercoledì scorso con un senso di responsabilità collettiva abbiamo deciso di procedere in un’altra direzione, con la solita onestà e franchezza. Rimarrà comunque sempre parte della nostra famiglia e in futuro ci darà una mano“.

“Grazie anche a Guidetti e Bircham – ha poi proseguito il Dg -, che hanno condotto questa fase strana e di non facile gestione, potranno essere ancora un valore aggiunto per Moreno Longo. Un allenatore, quest’ultimo, fortemente voluto e una scelta condivisa con Ad e proprietà. Nel suo bagaglio ha esperienze trasversali: allenato giovani, in serie A, ha vinto in B e ha lottato per salvarsi. E’ ambizioso nell’animo e dallo spirito combattivo come noi. Una scelta dettata anche dal profilo umano. A volte ci mettiamo un po’ a fare delle scelte ma soltanto perché siamo convinti debbano partire da una conoscenza reciproca”.

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Marco Ballerini
Un calcio al pallone, due tiri a canestro, una corsa nei boschi, una pedalata tra salite e discese, una nuotata nel mare, una sciata nel bianco, una pagaiata sul lago.. Sacrifici, sudore, fatica, passione, socialità, emozioni, obiettivi, traguardi.. Lo sport è sempre un ottimo pretesto per VIVERE e per sentirsi VIVI !!

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