
La batosta del Penzo, inaspettata in questi termini, porta a fare le prime riflessioni. Moreno Longo saprà lavorare sui punti giusti?
Quarantotto ore possono essere giudicate sufficienti per metabolizzare la scottante debacle agostana veneziana? Di sicuro il Como dovrà farlo al più presto. Sabato prossimo, infatti, arriverà la Reggiana per il debutto casalingo stagionale. E in quell’occasione sarà fondamentale muovere la classifica in vista di un’altra impegnativa trasferta, in quel di Cesena contro lo Spezia. Per evitare un déjà-vu di questi ultimi anni di B, ovvero la partenza zoppa. Che rischierebbe di insinuare nelle menti di giocatori, dirigenti e tifosi lariani qualche dubbio circa le reali potenzialità azzurre.
Una cosa è certa, di sicuro la squadra vista l’altra sera è troppo brutta per essere vera. Il passaggio con il quale Cerri ha abbattuto il suo compagno di squadra Abilgaard nel corso del secondo tempo è la degna fotografia di questo match, in cui nulla è riuscito per il verso giusto. Una nota positiva dunque c’è, ossia che è davvero difficile fare peggio e si può soltanto migliorare. Per il resto è giusto fermarsi qui nelle valutazioni, perché la prima giornata di campionato a volte dice tutto ma più spesso anche il contrario di tutto.
Ma su quali aspetti dovrà concentrarsi la formazione di Moreno Lungo per cercare di incanalarsi nella giusta direzione? A nostro avviso sono due quelli su cui è necessario focalizzarsi maggiormente. Il primo, a nostro avviso prioritario, riguarda la tenuta mentale. Trascorsi i primi venti minuti al Pier Luigi Penzo sostanzialmente in equilibrio, gli azzurri sono letteralmente naufragati dopo il micidiale “uno-due” firmato da Pierini. Nessuna reazione al colpo subito e soltanto un positivo Semper e un pizzico di buona sorte in occasione del palo colpito da Cheryshev han fatto si che le dimensioni di questa sconfitta non fossero addirittura più ampie.
Anche il tecnico dei lariani, nella conferenza stampa post partita, ha sottolineato l’esigenza di lavorare su questo (provvisorio?) limite. Dopo aver esordito con un iniziale e poco comprensibile “non abbiamo sbragato”, il mister ha corretto il tiro affermando che “abbiamo bisogno crescere, anche in personalità e in atteggiamento. Quando ci sono grandi aspettative rischi di sentirti frustrato quando le cose non vanno. Noi invece dobbiamo rimanere dentro la partita, con la giusta serenità mentale che ci permetta di continuare a fare quello che sappiamo fare”.
Il secondo invece è di natura tecnico-tattica. E riguarda il gioco. Troppo presto per imputare a Moreno Longo l’assenza di una certa coralità? In parte si. Il mister nativo di Torino si trova nella condizione di dover integrare otto nuovi elementi e probabilmente nei prossimi giorni si aggiungerà qualcun’altro. Tuttavia è la formazione che si è radunata prima e diversi volti nuovi sono stati integrati nel giro di pochi giorni. Una casualità la prestazione in terra veneta? Non propriamente. Già in precedenza su queste pagine avevamo sottolineato come le trame comasche fossero al di sotto della sufficienza.
Una manovra a oggi poco efficace, che ha avuto come risultato principale una certa apatia al gol. Tra i due match ufficiali fin qui disputati e i due test precedentemente più attendibili (contro Cagliari e Pisa), gli azzurri hanno segnato la miseria di un gol su azione (tra l’altro con la complicità della retroguardia sarda) in quattro incontri. Una miseria. E l’assenza di palloni giocabili per l’attuale tandem titolare, seppur in palese ritardo di condizione, è sotto gli occhi di tutti. Con un’aggravante: quest’anno si vuole un Cerri più uomo d’area, ma al momento di cross efficaci se ne contano in tutto sul palmo di una mano.
E’ una sentenza? No. E’ giusto concedere a Moreno Longo il tempo giusto per lavorare? Si. Ma quest’ultimo dovrà essere bravo a cambiare in fretta lo stato di queste due cose se il Como vorrà ritrovarsi nel momento della seconda pausa del torneo (dal 9 ottobre) in condizioni di classifica ottimali. Ecco, quello potrebbe essere giudicato il termine entro il quale vincere e convincere. Il mercato potrà ancora dargli una mano in tal senso? Può essere. A tal proposito bisogna dire che i tempi per un approdo di Simone Verdi in riva al Lario sono maturi ma non maturissimi, con la trattativa che non è destinata a chiudersi già nelle prossime ore. Ancora più cautela necessita l’operazione Marco Benassi, con il club che al momento nega che ci sia qualcosa di realmente concreto.






Non hai ancora capito che cerri cutrone non è una coppia buona…..già uno è di troppo…..per me tutti e due!!! Non si può vincere,con i cadaveri in campo….