
Dodici mesi densi ed importanti per il Como. A fine 2017, ecco tutti i personaggi dell’anno lariano: da Andreucci a Zambrotta
Il 2017 è stato uno degli anni più neri della storia del Como. Ma ora non si direbbe. Merito di una piazza talmente abituata alle vicissitudini negative che ormai si adatta in fretta ad ogni sciagura sportiva. Ma il Como c’è ancora. Per ognuna delle ventuno lettere dell’alfabeto, ecco qualcosa che ha caratterizzato l’anno lariano.
Andreucci – Scelto come nuovo tecnico, ha accettato la patata bollente di allenare con alle spalle l’ombra ingombrante di Ninni Corda, gestendola bene. Dopo un avvio poco costante, la sua squadra ha trovato equilibrio anche grazie al passaggio al 3-5-2.
Berretti – Annata indimenticabile, la scorsa. Tanti ottimi profili e una Final Four Scudetto sfuggita solo per una clamorosa controprestazione a Reggio Emilia. La mancata iscrizione in Serie C ha vanificato tutto, ora mister Galia sta provando a rimettere insieme una buona Juniores.
Curatore fallimentare – In molti si sono affezionati a Francesco Di Michele, neanche a fine 2017 vogliamo dimenticarlo. Ha messo sentimento in un ruolo solitamente solo tecnico; ingiusto e poco sensato dargli colpe, non poteva impedire l’acquisto del club a Lady Essien
Disperazione – Il sentimento più in voga quando si è capito che il Como non si sarebbe iscritto in Serie C, tornando negli inferi dei dilettanti. Una pena che la città non meritava, arrivata dopo settimane logoranti.

Essien – Se un anno fa ci avessero detto che a fine 2017 il Como sarebbe finito in D a causa della moglie di Essien, non ci avremmo creduto. Di certo le responsabilità non sono solo sue ma, bene che vada, si è fatta usare come pedina in una scacchiera che ha coinvolto troppe persone innocenti.
Futuro – Fine anno, tempo di propositi e sogni per l’anno nuovo. La speranza è sempre quella: che il Como risalga in categorie consone alla sua storia. Magari con uno stadio al passo coi tempi e con il suo storico centro sportivo. La nuova società condivide questi obiettivi, vedremo cosa ci riserverà il 2018.
Gallo – Probabilmente uno dei migliori allenatori avuti a Como negli ultimi dieci anni. Competenza tattica e qualità umane, che ora gli permettono di fare le fortune dello Spezia in Serie B. Peccato che, sul Lario, l’ambiente si sia sfasciato poco prima dei playoff. Non certo per colpa sua.
HS Football – Il nuovo sponsor tecnico, che ha voluto mettersi in gioco con una squadra di Serie D regalando ai tifosi biancoblu delle maglie con un taglio moderno e esteticamente godibile.
Incanto – Inteso come sinonimo di “asta”, non di “meraviglia”. Sono stati mesi duri per i tifosi: aste su aste senza nessun compratore interessato. Alla fine è arrivata la Essien col suo staff: dalla padella alla brace.
Landriscina – Appena eletto, il Sindaco di Como è stato chiamato ad affidare la squadra sportiva della città a un soggetto credibile. Per ora la scelta del Primo cittadino si sta rivelando buona.

Matteo Pessina – In un’estate tribolata per i colori biancoblu, vederlo in Nazionale ai Mondiali Under 20 è stata una soddisfazione. Ha di fronte una bella carriera.
Nuova società – Felleca, Nicastro e Corda. Due sardi e un italo americano: sembra l’inizio di una barzelletta, è un trio che al momento, grazie anche ad altre persone attorno a loro come il vicepresidente Verga, il ds Pruzzo e tutto lo staff tecnico, sta ottenendo buoni risultati.
Onestà – Quella che è mancata nella querelle di Lady Essien. Ha mentito lei? Ha mentito Moggi quando disse “Io col Como non c’entro niente”? Hanno mentito Casimiri, Savoini, Iuliano e De Nicola? Hanno mentito tutti? Prima o poi qualcuno parlerà spiegando una versione dei fatti credibile.
Playoff – Un sogno. Le sensazioni prima di quel match di Piacenza erano indescrivibili: la voglia di sperare nella promozione unita al desiderio di rivalsa verso i biancorossi, con cui ci sono state storie tese in campionato. Alla fine la partita è stata completamente steccata, ma con una società che continuava a delegittimare chi aveva mandato avanti la baracca fino ad allora, non ci si poteva aspettare molto altro.
Quesiti – Ne abbiamo posti tanti, noi della stampa, ai vari personaggi che contornavano la Essien. Tanti, ma forse non abbastanza.
Rimonta – Si arriva a fine 2017 con cinque vittorie consecutive di un Como in grande spolvero. Distacco ridotto dalla vetta e un filotto da mandare avanti anche a inizio 2018.
Sinigaglia – Cambiano giocatori, allenatori e società, ma lui è sempre lì. Bello, luccicante nelle giornate di sole e gelido in quelle invernali, bisognoso di diverse migliorie ma sempre punto di riferimento dello sport comasco.
Tifosi – Anche loro sono sempre lì. Come lo stadio Sinigaglia, anzi, allo stadio Sinigaglia. Un grande attaccamento dimostrato sia continuando a sostenere la squadra in D, sia in circostanze particolari come quella conferenza di Oliver Amela. La nuova società vorrebbe più pubblico, vedremo se altri cuori lariani si uniranno.
Under 17 – Un campionato da incorniciare, uno Scudetto che torna in bacheca del Como dopo tanti anni. Davvero eccezionali i ragazzi di Cicconi, che hanno intrapreso un cammino splendido fino alla finale dominata contro il Padova. Un altro fiore all’occhiello di un’annata difficile per i colori biancoblu.
Varese – I rivali di sempre, più che mai in questa stagione in Serie D. Anzi, no, perché a fine 2017 i biancorossi navigano mestamente a metà classifica. Il derby d’andata è un’altra gioia di quest’anno tribolato. Peccato per quegli evitabili scontri. E anche nel 2018 il derby non si farà attendere: appuntamento il 14 gennaio.
Zambrotta – dedichiamo questa lettera, sempre difficile da abbinare, all’ex presidente onorario, mai presente nella vita attiva del club. Simbolo di uno stuolo di comaschi poco interessati al club cittadino. Speriamo che nel 2018 le cose cambino, ma non siamo ottimisti.





