Como 1907 senz’anima? L’85% delle volte che va sotto perde

como 1907
[ethereumads]

Pessimo avvio del Como 1907, in tanti si interrogano sul perché. Nomi e qualità ci sono, ma questo gruppo sembra difettare nel carattere.

Una società economicamente solida, una proprietà apparentemente facoltosa, l’ambizione di sbarcare in A nel giro di pochi anni. Unitamente a una campagna acquisti estiva non certamente di ripiego, con alcuni giocatori che hanno militato in tornei più importanti. Il tifoso medio lariano certamente non si aspettava dopo oltre un quarto del percorso di stazionare nelle posizioni bassissime della graduatoria, in quello che comunque è il campionato cadetto più difficile degli ultimi anni (o di sempre?).

Eppure è così. La serie B 2022/23 sta insegnando agli azzurri e ai vari addetti ai lavori, semmai ce ne fosse bisogno, che budget, curriculum, piedi buoni servono a poco se all’interno di un gruppo non emergono altri aspetti: cuore, carattere e unione d’intenti. Ma è davvero di ciò che il Como 1907 ne è sprovvisto? A leggere le considerazioni di diversi supporters si. E una statistica che abbiamo estrapolato sembrerebbe proprio avvalorare questa tesi. Vediamo qual’è.

Nelle sette volte che è andato in svantaggio, il Como 1907 ha perso sei volte

Si sa, nel calcio come in tanti altri sport, le vere squadre si vedono nei momenti in cui non vanno bene. Non viceversa. Facilissimo compattarsi quando i risultati sono dalla tua parte, molto meno quando non arrivano. Sono questi i frangenti in cui si tocca con mano la bontà di uno spogliatoio. Quello azzurro versione 2021/22 era decisamente unito: parole di colui che lo ha plasmato (Jack Gattuso) e di coloro che vi gravitavano attorno. Specialmente a inizio stagione: vi ricordate le rimonte a Crotone e Lecce nelle prime due giornate? A queste ne seguirono altre quattro su un totale di diciannove situazioni di svantaggio: l’equivalente del 31,6%, che fruttarono almeno un punto.

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Giacomo Gattuso, le sue squadre hanno sempre mostrato un certo cuore in campo

Ben diversamente sta andando questa stagione. A oggi i lariani si sono ritrovati sotto sette volte e soltanto in un’occasione (il 14,2%), a fine gara, sono riusciti a muovere la classifica. Ed è successo contro la Spal, guarda caso un paio di giorni prima dell’annuncio del nuovo mister (Moreno Longo, ndr). Insomma, la classica situazione in cui individualmente si cerca anche di mettersi in bella mostra in vista dell’imminente cambio di panchina. Per il resto, quando sono finiti sotto nel punteggio hanno sempre perso. Non solo, in quattro di queste sei circostanze non sono nemmeno riusciti a trovare la via del gol (Brescia, Frosinone, Sudtirol e Parma). Insomma, segnali di una perdurante mancanza di reazione. E scarsa tenuta mentale: non a caso in queste prime dodici uscite stagionali sono arrivate anche due sonore sconfitte, ossia i 5-1 incassati dallo Spezia e dal Modena.

Le rimonte delle altre: statistiche a confronto

Qualcuno potrà obiettare: se una formazione si trova nei bassifondi, quindi teoricamente più scarsa di tante altre, avrà meno possibilità di riemergere da situazioni difficili. Vero in parte. Infatti, se andiamo a confrontare il comportamento delle altre diciannove iscritte, notiamo alcune cose interessanti. Ad esempio la Reggina, quarta forza del campionato, sembra avere più o meno la stessa problematica: una sola rimonta completata in cinque circostanze (20%). Negativo anche il dato del Palermo, cinque volte in svantaggio e altrettanti ko. Mentre chi va peggio di tutte è il Perugia con un eloquente zero su otto (0%). E non è un caso che Baldini, dopo le sue dimissioni, aveva fatto intendere velatamente di alcuni possibili problemi all’interno dello spogliatoio.

Nonostante la precaria posizione al pari degli azzurri, brilla invece il Venezia: in ben quattro casi su nove (44,4%) i lagunari sono riusciti a muovere la classifica, due dei quali sono stati addirittura successi. Curioso vedere in tal senso anche l’impatto che hanno avuto alcuni nuovi mister. Da quando al Pisa e al Sudtirol si sono insediati rispettivamente D’Angelo e Bisoli, le due formazioni hanno sempre rimediato all’iniziale passivo: tre su tre (il 100%) per loro. Insomma, quando si dice che le squadre riflettono le personalità dei propri allenatori.

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Marco Ballerini
Un calcio al pallone, due tiri a canestro, una corsa nei boschi, una pedalata tra salite e discese, una nuotata nel mare, una sciata nel bianco, una pagaiata sul lago.. Sacrifici, sudore, fatica, passione, socialità, emozioni, obiettivi, traguardi.. Lo sport è sempre un ottimo pretesto per VIVERE e per sentirsi VIVI !!

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