
Filtra pessimismo per il ripescaggio in Serie C del Como 1907: manca la fideiussione. Serve un miracolo entro domani alle 13. Domenica esordio a Catania
“Intestare Orsenigo alla S3C non creerà nessun problema”. “Il Como non fallirà”. “I bonifici della Essien arriveranno, l’iscrizione non sarà un problema”. “Ninni Corda non avrà ruoli in società”. Ecco alcune delle affermazioni che, in questi anni, i tifosi del Como 1907 si sono sentiti dire: alcune più credibili, altre meno, tutte rivelatesi false. Bugie, in buona o cattiva fede, dopo le quali molti si sono sentiti presi per i fondelli.
All’elenco potrebbe presto aggiungersi un nuovo capitolo, legato al ripescaggio in Serie C. Per tutta l’estate abbiamo “gufato” con forse troppo cinismo le varie squadre in difficoltà in Serie B e C. Convinti che, se ci fosse stato posto per il Como, il ripescaggio sarebbe stato cosa fatta. Invece le cose si stanno complicando terribilmente e, a meno di 24 ore dalla scadenza per depositare la domanda (termine domani alle 13), quella che doveva essere una formalità è diventata una missione che potrebbe anche non compiersi.
Sembra incredibile, ma quei documenti che sarebbero dovuti essere pronti da almeno un mese ora non ci sono. Il motivo? Assicurazioni e banche, prima di impegnarsi in una fideiussione diventando sostanzialmente garanti di un club, chiedono ovviamente delle garanzie. Evidentemente sono proprio quelle garanzie a mancare. Per colpa di chi? Ciò che sappiamo è che il Como 1907 ha due soci al 50%: uno, Felleca, voleva il ripescaggio, l’altro – l’ormai ex presidente Nicastro – sarebbe volentieri ripartito dalla D.
L’ipotesi è che quest’ultimo potrebbe aver fatto una parziale marcia indietro nel momento in cui bisognava mettere i soldi sul tavolo. Creando una mancanza di liquidità, e quindi di garanzie, che non è esattamente ideale per chi cerca un fideiussore. Aggiungiamoci anche la diffidenza dei vari istituti assicurativi e bancari nei confronti di qualunque società calcistica, soprattutto di una reduce da tanti problemi passati.

Il futuro presidente Felleca ha commesso il grosso errore di sbandierare a tutto il mondo un simile impegno senza prima accertarsi che il suo socio l’avrebbe seguito. Forse sperando che la pressione mediatica togliesse i dubbi a Nicastro. Ora la piazza vedrebbe il fallito salto di categoria come un tradimento, incolpando tutti per la permanenza in Serie D. Ma c’è ancora una manciata di ore di tempo in cui si batteranno tutte le strade.
Una situazione che si inserisce perfettamente nel derelitto quadro pallonaro italiano, con società fallite o sotto processo in ogni categoria. Ma a Como le delusioni stanno diventando troppe, questa sarebbe l’ennesima. E – ne siamo certi – in caso di mancato ripescaggio tornerebbero in auge anche le teorie tipo “la società non voleva salire sin dall’inizio, ecco perché non hanno vinto a Carate”. Però, lo ripetiamo, è ancora presto per fasciarsi la testa.
Intanto la squadra si allena ad Arona, preparandosi per la trasferta di domenica sera a Catania per la Coppa Italia, contro un avversario più quotato e preparato.
Le brutte figure sono sempre in agguato. E stavolta fare brutta figura in campo sarebbe meno grave che farla fuori dal campo.






