
Como produttivo nel calciomercato di Serie D: i tanti arrivi rendono la rosa completa, numerosa e competitiva per il primo posto. I 25 Daspo rovinano la festa: ecco i nostri due quesiti
“Ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, […] in vista di determinati risultati”. Basandoci su questa definizione della Treccani, anche vendere e comprare calciatori può considerarsi un’arte. E così come non tutti i pittori sono in grado di mettere su tela un capolavoro e non tutti i compositori sanno creare una melodia meravigliosa, non è scontato nemmeno che un ds azzecchi le trattative. Basti pensare al gennaio del Napoli, capolista della Serie A ma a farfalle sul mercato.
Con le dovute proporzioni, ci è piaciuto come il Como si è comportato in questo campo. Il calciomercato di Serie D non è come trattare con Raiola, ma bisogna comunque sapercisi muovere. Ci si aspettava che la dirigenza dimostrasse nei fatti le ambizioni della società, ritoccando la rosa dove serviva. Ed è proprio quello che è stato fatto. Sono arrivati addirittura tre attaccanti: Meloni (già a segno due volte), il giovane Camarlinghi (’99) e Gabrielloni, last minute di livello. A centrocampo è arrivato Buono, regista di categoria già convincente nelle prime uscite. De Nuzzo, anch’egli ’99, è andato a rimpinguare la batteria di esterni; in difesa, salutato Parenti, ammireremo un centrale di spessore e con trascorsi importanti come D’Aiello.

Ne viene fuori una rosa le cui lacune sono da cercare col lanternino. Ci sono alternative in ogni ruolo, forse anche troppe: la rosa è infatti molto numerosa (nonostante Manfré, Boschetti e Morelli abbiano salutato la compagnia) ma in un campionato così tirato e con diversi turni infrasettimanali servirà il contributo di tutti. Una cosa è certa: il Como sin da inizio stagione aspira a vincere il campionato e ora, dopo le operazioni effettuate nel calciomercato di Serie D, ha tutte le carte in regola per provarci davvero. Già a partire da domenica, contro la Caronnese terza in classifica.
In questa melodia armoniosa orchestrata dal dt Ninni Corda (in foto in alto), dal ds Roberto Pruzzo, dal resto della società e dalla squadra, c’è una nota cacofonica. Anzi, 25 note cacofoniche. La tifoseria è scossa per i Daspo notificati ai lariani dopo i disordini pre e post derby col Varese. Nulla di sorprendente, anzi. E per chi si è reso protagonista di atti violenti, una punizione è doverosa. Ma ci poniamo due quesiti. Il primo è annoso e legislativo: che senso ha proibire l’ingresso negli stadi per disordini avvenuti fuori dagli stadi? Il secondo è una riflessione un po’ pungente: se è giusto punire i violenti, che dire di chi è pagato per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, per prevenire i reati, e invece ha clamorosamente permesso la trasferta ai tifosi del Varese?





