
Intervistato in esclusiva da Wincantu.it, il tecnico del Como 1907 Antonio Andreucci racconta il suo rapporto con Ninni Corda, le prospettive per questo finale di stagione e le impressioni su alcune sue ex squadre
Per una volta, non parliamo con Antonio Andreucci subito prima o subito dopo una partita. La chiacchierata che abbiamo avuto in esclusiva con l’allenatore del Como 1907 non è stata condizionata dall’adrenalina e di conseguenza ha offerto molti spunti interessanti. Dalle parole del tecnico toscano traspare la voglia di tutto l’ambiente lariano di non sbagliare niente, dritti fino all’obiettivo finale che è la vittoria del campionato. Ma abbiamo percepito forte e chiaro anche il desiderio di dare i giusti meriti a chi sta contribuendo, col lavoro quotidiano, a questo cammino positivo.
Mister Antonio Andreucci, ad inizio anno ha detto di essere un po’ preoccupato per la necessità di ricostruire, dopo le macerie rimaste dalla scorsa stagione. Soddisfatto?
“Soddisfatto è una parola grossa, non abbiamo ancora vinto niente ma ci siamo guadagnati una classifica che ci consente di sprintare in questo finale. Sì, bisognava ricostruire, ma è anche vero che fin da subito l’obiettivo era di fare un campionato di vertice. Qualche risultato altalenante all’inizio era previsto, ma siamo andati in progressione con la consapevolezza che il mercato avrebbe migliorato la rosa. E i ragazzi hanno dato una buona sterzata“.
Ha iniziato la stagione senza attaccanti, ora quanto è difficile scegliere tra Gabrielloni, Meloni, Fusi, Gobbi e Bradaschia?
“La competizione interna è necessaria per fare un campionato di vertice, abbiamo più scelta ma questo non deve farci abbassare la guardia perché in campo si va sempre in undici“.

Alla ripresa dalla scorsa sosta, il Como ha perso male a Sesto. Il pericolo c’è anche a Casale?
“Le insidie ci sono sempre, dovremo essere bravi a ricreare la giusta attenzione. Solo la partita ci dirà se ci riusciremo. A loro servono punti e hanno trovato una coppia d’attacco ben assortita, Cappai e Pavesi, è una partita delicata. Sui 90′, in questa categoria ogni squadra può metterti in difficoltà“.
Sia il Como che il Gozzano l’hanno capito per esperienza. Un punto di forza e un punto debole della capolista?
“E’ una squadra completa in tutti i reparti, di punti deboli non ne vedo. Comunque in questo momento non sto pensando al Gozzano, ma al Casale. Non riesco a pensare ad altro. C’è una squadra davanti in classifica, noi abbiamo ancora dei margini di miglioramento e dobbiamo ricercarli“.
Ninni Corda in una recente intervista si è definito “stressante” e uno che “se la prende per niente”. Per un allenatore di curriculum come lei, che ha già dimostrato di saper fare bene anche da solo, non sarà sempre stato facile condividere le valutazioni con un ex collega
“Io credo che ognuno di noi debba portare il proprio contributo per il Como. Mi sono impegnato a dare il mio meglio e questo significa anche avere l’equilibrio per capire le situazioni e venirsi incontro, è normale. Corda ha un’energia e una volontà indomabile ed è un valore aggiunto, chi gli sta vicino può approfittare del suo contributo. Sommando le forze a disposizione, i risultati si moltiplicano“.

Per quanto la riguarda, questo connubio potrebbe continuare anche nella prossima stagione?
“Io sto pensando al Casale, già preparare questa partita è un grande impegno. E per il bene del Como devo pensare di giorno in giorno. Ma una cosa la voglio dire“.
Prego…
“Al di là del lavoro di chi può essere più in vista come me e Ninni, noi abbiamo uno staff di cui si parla poco. A parte qualche eccesso in panchina, Cau è una persona molto competente con cui si lavora bene. Il preparatore dei portieri Oliva ci dà una grossa mano con i video, è quasi indispensabile. Da agosto il preparatore atletico Guerra lavora ogni giorno con intensità. Il team manager Barcellandi ha portato una ventata di professionalità. E poi c’è bomber Pruzzo che ogni tanto ci illumina con qualche aneddoto. Insomma, stiamo facendo un vero e proprio lavoro di squadra. E’ la verità e quest’intervista può essere l’occasione giusta per sottolinearla“.
Antonio Andreucci è nato a Lucca, residente a Bassano, ex Triestina: un commento sulle squadre a cui è più legato?
“La Triestina è il mio recente passato, mister Princivalli era il mio secondo, è un triestino e mi fa piacere vederlo in panchina dopo l’addio di Sannino. Secondo me la squadra ha ottime potenzialità e può ancora togliersi soddisfazioni. Il Bassano, beh, abito lì. Da tanti anni stanno facendo bene in categoria e c’è dietro una società seria che dà tranquillità all’ambiente. Hanno un allenatore come Colella che è stato anche qui a Como e non avevo dubbi che risalisse la classifica, ora è terzo. Poi c’è il Campodarsego, con cui ho vinto un campionato: è primo in classifica in D, è un ambiente molto familiare e sono contento che abbiano dato seguito al buon lavoro che avevamo fatto insieme. La Lucchese è la squadra della mia città, un club di grande tradizione e blasone che ha fatto la Serie A ma ha avuto diverse traversie societarie. La Lucchese in Toscana è un po’ come il Como in Lombardia. Spero trovi stabilità in società, merita almeno una Serie C di alto livello“.
La Serie C: proprio quello che i tifosi lariani chiedono ad Antonio Andreucci e ai suoi ragazzi.





