
Importante vittoria della Dolomiti Energia Trento contro una MIA Cantù stanca e poco motivata. Finisce 77-91 per gli ospiti.
MIA CANTU’ – DOLOMITI ENERGIA TRENTO 77-91 (17-28, 40-51, 63-67)
10 – I punti messi a referto e la valutazione di Pat Calathes. Recalcati lo schiera in quintetto ma l’impatto del lungo greco sulla partita, così come quello di tutta la MIA Cantù, è da dimenticare; trova riscatto soprattutto nel terzo quarto, quando è tra i protagonisti della rimonta canturina. La voglia a sprazzi si è vista, almeno in attacco e a rimbalzo (ne strappa un paio in attacco e 5 in difesa), ma è reo di qualche forzatura di troppo e soprattutto di una fase difensiva di scarsa concentrazione e applicazione.
9 – I punti segnati da Aaron Craft. Il playmaker, prodotto di Ohio State e pescato dal campionato ungherese quest’estate dal GM Salvatore Trainotti, è stato molto criticato nella difficile prima metà di stagione trentina, forse il più contestato insieme al portoghese Joao Gomes. La dirigenza ha deciso di portare pazienza e di credere ancora nelle scelte di mercato fatte in estate e nella seconda metà di stagione Craft è stato un fattore per la risalita di Trento in classifica fino alla attuale quinta posizione. Nella trasferta di Desio si è limitato a fare il compitino, mettendo energia in difesa e dando ritmo offensivo ai compagni. Ma ieri sera quello serviva, e quello ha fatto. Craft in inglese significa mestiere, e il buon Aaron il suo lo fa sempre bene.
8 – I punti arrivati della panchina canturina e le schiacciate che i giocatori dell’Aquila Basket Trento hanno trovato durante il match volando verso il canestro, malamente protetto, della MIA. Statistica, quest’ultima, che non denota tanto l’atletismo e il tasso di spettacolarità dei giocatori della Dolomiti Energia, ma, appunto, l’energia stessa, l’aggressività con cui Hogue, Sutton, Lechtaler e soci sono scesi sul parquet di Desio e, ancor di più, le voragini che si sono aperte nel pitturato della difesa canturina, la seconda peggiore del torneo (solo Torino concede più punti), ancora una volta troppo disunita e concessiva.

7 – I punti prodotti dalla young star di Trento Diego Flaccadori. La guardia mancina classe 1996 non ha certamente trovato la sua miglior serata al tiro, ma il suo talento si è visto, limpidissimo, in almeno un paio di giocate davvero pregevoli. Nelle scorse settimane si è reso eleggibile al Draft NBA e si è anche parlato di un interessamento del Barcellona in vista della prossima stagione… Siamo certi che attualmente Diego sia concentrato solamente su questo finale di stagione con Trento, ma siamo altrettanto sicuri di un’altra cosa: il suo futuro, qualunque sarà, sarà limpido, come il suo talento.
6 – I rimbalzi arpionati da JJ Johnson. Il lungo canturino è parso stanco e l’imprecisione al tiro (3/9 dal campo) può esserne una conferma, così come le 4 palle perse e il fatto che, dopo un ottimo avvio offensivo, sia calato in maniera vistosa e anomala. Soffre moltissimo il dinamismo e la potenza di Hogue, che vince il duello sotto le plance nonostante il gap fisico a favore del quarto miglior realizzatore stagionale, lo stesso Triple J. Dopo un eccellente campionato, a cui per giunta la Pallacanestro Cantù non ha più nulla da chiedere, a JJ si può perdonare un’ultima prestazione casalinga non da fenomeno quale è. Anzi, lo si ringrazia ancora per una salvezza che porta, indelebile, la sua firma. Thank you JJ !
5 – Gli assist vincenti distribuiti dal direttore d’orchestra canturino, Zabian Dowdell. Abbiamo appena ricordato Johnson come quarto miglior scorer del campionato e, per non far torti a nessuno, evidenziamo anche al quarto posto della classifica degli assist-man proprio il playmaker ex Phoenix Suns, a 5.5 di media. Il mago Zab contro Trento, però, ha contribuito maggiormente alla causa canturina attraverso la fase realizzativa: 19 punti con il 50% al tiro e 7 falli subiti, frutto delle frequenti penetrazioni al ferro, e 21 di valutazione lo hanno distinto come il miglior giocatore della serata per la squadra di Recalcati. Ma van lodate, più che le cifre, le cose che ha fatto vedere Zabian in campo: da sottolineare una grande schiacciata nel primo tempo e uno steal di puro agonismo e sacrificio in difesa, ma soprattutto la leadership e la fame dimostrata nonostante tutto. Onore a The Wise WiZabrd.

4 – I minuti giocati da Biram Baparapè. Il giovane 20enne, tra i protagonisti della cavalcata verso lo scudetto Under20 canturino della scorsa stagione, viene lanciato a sorpresa già nel finale del primo quarto da coach Recalcati. Non un garbage time anticipato dopo un inizio di partita molto negativo, ma una mossa atta a dare un segnale al resto della squadra. Il buon Biram ha marcato Flaccadori ed è riuscito a non farlo segnare; ha inoltre avuto la possibilità di segnare una tripla dall’angolo allo scadere dei 24″, ma non ha trovato fortuna. Curioso il fatto che proprio il giovane esterno canturino abbia il miglior plus/minus di squadra! Lui e il grande amico Parrillo, quest’ultimo limitato dai falli, gli unici a chiudere in positivo (rispettivamente a +2 e +1).
3 – I rimbalzi catturati da Shavon Shields e le affondate a canestro di Dominique Sutton. L’ala di passaporto danese, in Trentino da inizio Aprile dopo i gravi infortuni a Devyn Marble e Filippo Baldi Rossi, ha giocato una buonissima gara in difesa e produttiva in attacco. Per quanto riguarda Sutton, il pretoriano di Buscaglia, tornato a Trento a stagione in corso dopo la storica annata 2015/16, ha svoltato la stagione della Dolomiti Energia grazie al suo incredibile apporto a rimbalzo e in termini di energia e grinta, oltre che talento; dei 15 punti di ieri sera, i 2 più impressionanti sono stati quelli arrivati da una schiacciata in contropiede in 360 gradi. Con due ali così solide (senza dimenticare Joao Bétinho Gomes, in grande spolvero ieri sera a Desio) l’Aquila potrebbe davvero spiccare il volo verso vette più alte di quelle delle Dolomiti…
2 – I punti messi a referto da Luca Lechtaler. Il roccioso centro 31enne, trentino a tutti gli effetti, è il giocatore italiano più vincente presente nel nostro campionato. Con 5 scudetti, 3 coppe Italia e 2 supercoppe, tutte vinte nel suo decennale passato senese, può vantare infatti un palmarès da fare invidia a moltissimi colleghi. Non li ha vinti da protagonista, ma resta un giocatore di grandissima esperienza e da rispettare; sa come si fa a vincere e chissà che questo non aiuti la squadra di Buscaglia in questo finale di stagione in cui Trento non parte certo favorita, ma nulla è impossibile… Nemmeno Luca Lechtaler con 10 coppe in bacheca! Idolo.
1 – L’errore di Fran Pilepic al tiro da 2 punti (3/4, 3/6 da 3 punti per 15 punti complessivi). Il tiratore croato ha dimostrato le sue spiccate qualità di attaccante nella sfida contro Trento, trovando soluzioni vincenti in arresto e tiro, facendosi trovare pronto sugli scarichi dei compagni e anche attaccando il canestro; proprio con un imprevedibile coast to coast della guardia ex Cedevita Zagabria è arrivato il canestro del 60-57 canturino che ha coronato la grande rimonta dei ragazzi di Recalcati nel terzo quarto, poi vanificata da un pessimo finale di partita che trova la sua effigie nell’orribile palla persa di Acker sulla rimessa a 4″ dal termine del terzo quarto, sul 63-65, che ha permesso a Sutton di involarsi tutto solo verso il canestro dando una bella batosta al morale dei bianco-blu.
0 – L’entusiasmo che si respirava ieri al PalaDesio. Palazzetto comprensibilmente semivuoto e meno caldo del solito, nonostante il solito grande sostegno per tutti i 40 minuti degli encomiabili Eagles. Non poteva non essere l’Aquila trentina a trionfare su quelle canturine, almeno sul campo: le motivazioni e la fame playoff dei ragazzi di coach Buscaglia erano troppo superiori rispetto a quelle di una MIA Cantù che nulla ha più da chiedere a questo campionato e ai suoi giocatori… Se non altri 40 minuti di impegno nel derby di domenica prossima contro la capolista Olimpia Milano.

Gli Highlights della partita offerti dal canale YouTube Pallacanestro Cantù





