
Dalle prime e sommarie statistiche A2 di basket, emerge un’Acqua San Bernardo top in difesa ma lacunosa in attacco per le idee di Sacchetti.
Con alle spalle soltanto un sesto della stagione regolare corrente, sicuramente è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive. Tuttavia, è già possibile fare alcune considerazioni su quello che potrà essere il campionato della Pallacanestro Cantù, impegnata per il secondo anno consecutivo a cercare di riconquistarsi il massimo palcoscenico nazionale. Per centrare questo traguardo, la dirigenza brianzola si è accaparrata l’ex Ct dell’Italia Romeo Sacchetti, allenatore noto ai più soprattutto per l’impronta offensiva che riesce a dare alle proprie formazioni.
Però i numeri attuali raccontano ben altro, mandando al macero un luogo comune spesso in voga fra gli appassionati di palla a spicchi: le sue squadre difendono poco. Sbagliatissimo. E a soccorso di questa tesi ci sono anche le statistiche A2 di basket dopo quattro giornate. Che evidenziano una media stupefacente per quanto riguarda i canestri subiti: 60,5 a incontro. Cifre che fanno dell’Acqua San Bernardo la miglior difesa non soltanto del girone Verde, ma dell’intera Legadue.
Cantù alla caccia del record di tutti i tempi
Ma non solo, perché se i brianzoli dovessero mantenere una tale consistenza difensiva per il resto del torneo, riuscirebbero a stabilire un primato per la categoria. Infatti, spulciando tutte le statistiche A2 di basket dal 1974/75 (annata dell’istituzione della seconda serie nazionale) a oggi, nessun club ha mai tenuto gli avversari a una media di punteggi così bassa in regular-season. Al momento tale “scettro” spetta alla Cordivari Roseto, che nel 1999/2000 incassò la miseria di 64,6 punti a incontro.
Avere la migliore difesa può bastare per la promozione?
Numeri interessanti ma che potrebbero essere anche un po’ fini a se stessi se i canturini non riuscissero a tornare laddove meritano di stare. Così, abbiamo cercato anche di calcolare quanto abbia inciso nel passato godere della miglior difesa della categoria per centrare la promozione. Ebbene, storicamente un 54% di queste squadre si è guadagnata l’accesso alla serie A1. Quindi certamente può aiutare ma non necessariamente bastare. Ne sa ad esempio qualcosa proprio la stessa Cantù, che nel 1994/95 si issò in cima a questa statistica. L’allora Polti concesse agli attacchi altrui 74,8 punti ma dovette arrendersi nei secondi conclusivi di gara5 contro Arese per una tripla di Claudio Capone. Oppure chiedete a Monferrato, che nel corso della sua storia per tre volte si laureò miglior difesa senza centrare il grande salto. Mentre curiosamente ci riuscì nel 2010/11 come quarta dell’intero lotto, conquistando per la prima e unica volta la massima serie.

Fondamentale progredire in attacco, alcune stats impietose
Al tempo stesso però, le cifre narrano anche di grosse difficoltà offensive per i canturini: sono 68,3 i punti realizzati per il terzultimo attacco del girone Verde, quartultimo di tutta la lega. Limitatamente al proprio raggruppamento, quello Verde, l’Acqua San Bernardo è soltanto nona per le percentuali da due, che si attestano al 34,8%, Va addirittura peggio da tre e ai liberi: penultima posizione in entrambe le voci, rispettivamente con un misero 20,5% (peggio soltanto Agrigento) e 66% (dietro c’è soltanto la Juvi Cremona). Non estremamente brillante nemmeno il dato riguardante gli assist, 15 a match che colloca Cantù soltanto al sesto posto.
Motivo di tutto ciò? Sicuramente l’assenza di Francesco Stefanelli, quello che di fatto è il principale terminale offensivo dei brianzoli, si sta facendo sentire. Pensare però che possa dipendere soltanto dal mancato utilizzo di un giocatore sarebbe fuorviante. Ecco che dunque osservando sul parquet l’organico a disposizione di Meo Sacchetti, e quindi non soltanto a bocce ferme, viene da pensare che parte di esso sia poco adatto al suo stile di gioco. Dovendone ereditare metà dalla passata rosa, per non dover ripartire quasi da zero. Ciò non toglie che il roster canturino sia di assoluto valore per l’A2 e che dunque l’originario di Altamura ha tutte le possibilità per raggiungere il traguardo tanto desiderato dall’intero ambiente.





