
In queste ore tiene banco la squalifica del PalaDesio per due turni. Il brutto episodio al termine di gara2 è però la punta dell’iceberg.
Ora è ufficiale. L’Acqua San Bernardo dovrà fare a meno del proprio impianto di gioco nei prossimi due importantissimi match casalinghi (next stop Brescia?). Lo ha stabilito nella giornata di ieri il Giudice Sportivo della Fip, andando a punire quell’increscioso lancio d’oggetto al termine di gara2 di semifinale play-off A2 che ha visto come sfortunato protagonista il giocatore pistoiese Gabriele Benetti. A nulla è valso il pronto ricorso del club brianzolo: confermata in toto la squalifica del PalaDesio.
Un accadimento che poteva avere conseguenze ben più gravi se il 27enne fosse stato colpito un paio di centimetri più in là. Un gesto deplorevole quello effettuato da uno sconsiderato, al momento non identificato. Una bruttissima pagina scritta fortunatamente da una irrisoria minoranza dello splendido tifo canturino. Un atto da condannare e senza alcuna minima giustificazione. Detto ciò, questo ignobile fatto ha, seppur in minima parte, radici più profonde.
Che quella fra Cantù e Pistoia non fosse una normalissima serie lo si poteva intuire facilmente a priori. Innanzitutto, una certa rivalità fra le due tifoserie: un motivo validissimo per vedere sfide vibranti sia sul parquet, sia sugli spalti. In secondo luogo l’importante passato nello staff tecnico canturino dell’attuale coach della Giorgio Tesi Group. Il quale, giustamente, ha fatto e sta facendo di tutto per cercare di mettere la propria squadra nelle migliori condizioni per passare il turno.
Perciò, intervistato da il quotidiano La Provincia di Como prima del via della semifinale, aveva dichiarato di non accontentarsi di un eventuale 1-1 dopo i due match del PalaFitLine. Legittimamente, aggiungeremmo noi. Un tentativo, a nostro avviso, di infondere quella giusta convinzione e mentalità vincente ai suoi ragazzi, ingredienti necessari per cullare velleità di passaggio del turno contro una formazione quotata e di qualità superiore come quella brianzola.
Alcuni dei tifosi biancoblù, tuttavia, hanno interpretato (erroneamente) questa dichiarazione come una mancanza di rispetto di Brienza nei confronti dell’ambiente canturino. Risultato? Una parte di essa (anche in questo caso, fortunatamente, una minoranza) gli ha riservato un atteggiamento poco rispettoso nelle due sfide disputate in quel di Desio. E lui lo ha fatto notare nella conferenza stampa post partita di lunedì scorso.
Ciò che forse Nicola poteva fare meglio, a nostro avviso, era nell’utilizzo dei termini. Con una tensione che già si taglia a fette, sfoggiare una parola piuttosto che un’altra può fare tutta la differenza del mondo. Così dopo la prima partita, non ha parlato in conferenza stampa non perché gli fosse stato impedito come dichiarato in un commento sui canali social del Pistoia Basket 2000. Ma perché seccato, giustamente, di essere stato anticipato dal suo collega avversario.

E qui entra in gioco Meo Sacchetti. Nell’ultimo periodo non è la prima volta che l’ex ct della nazionale ha disatteso quella regola non scritta che dà la precedenza di parlare nel post gara al coach ospite. Probabilmente ingenuamente, sta di fatto che ha contribuito a far passare all’esterno un messaggio di ostilità di Cantù verso Brienza e di Brienza verso Cantù che non risponde minimamente alla realtà, ma che di fatto potrebbe essere mal interpretato.
Infine, vorremmo aprire una piccola parentesi anche sui protagonisti in campo. Premesso che le prestazioni delle terne arbitrali siano state tutt’altro che all’altezza, soprattutto sabato scorso, il comportamento dei vari atleti dovrebbe essere differente. Troppo spesso abbiamo visto continue lamentele e proteste, tipiche più del mondo “pallonaro” che non di quello della “palla a spicchi”. Talune volte anche per contatti che, di norma, generalmente vengono più tollerati nella post-season che non in regular-season.
Insomma, aldilà che la squalifica del PalaDesio abbia un nome e cognome preciso (inutile però continuare a processare, si spera che l’individuo si sia fatto un bell’esame di coscienza…), sarebbero auspicabili finalmente atteggiamenti e toni differenti. Che si parlasse esclusivamente di basket e non si lasciasse spazio a velenose polemiche. Che i cestisti sul parquet ci facessero divertire per le loro qualità tecniche e che non contribuissero a reazioni incontrollate del pubblico. E che quest’ultimo avesse sempre un minimo di riconoscenza verso coloro che hanno dato un contributivo fattivo alla causa in passato. Ne va anche dell’immagine dei due ambienti. Nel frattempo entrambe le società, saggiamente, hanno diffuso comunicati distensivi. Che vinca il migliore.






Egregio Marco Ballerini, la invito ad informarsi meglio… La legge italiana non prevede che di fronte a un reato (quale il lancio intenzionale di un oggetto contro una persona che provoca una ferita lacerocontusa) ci sia un bell’esame di coscienza da parte dell’autore del reato stesso.
Bensì una denuncia, una indagine, e una condanna adeguata e proporzionata.
Grazie e buon lavoro
Egregio Sig. Luca, certo! Che sia passibile di denuncia e condanna non c’è il minimo dubbio. Ma proprio perché quello sarà una cosa preposta alle autorità competenti (con le immagini a disposizione al giorno d’oggi non credo sia difficile risalire all’autore del misfatto), mi pare inutile rimarcare certe cose. Altrimenti diverrebbe la “fiera dell’ovvietà”. Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Qui si sono cercati altri spunti, al fine anche di non rendere più tesa la serie. Anche perché chi si ritrova ancora con tutto da perdere e nulla da guadagnare è purtroppo la Pallacanestro Cantù