
I lupi azzannano subito la partita, ma fanno i conti con la tenacia della MIA. L’incontenibile Joe Ragland chiude i giochi.
Riviviamo l’emozionante sfida del Pala del Mauro attraverso il nostro, ormai consueto, countdown. E’ la Sidigas Avellino a imporsi sulla Mia Cantù per 92-86 (29-13, 41-38, 65-58, 92-86).
10 – La valutazione di Marques Green. Il capitano della Sidigas non si vede tanto in campo (e non alludiamo ai suoi 165 cm di altezza, bensì alla sua vena realizzativa) ma il suo apporto da sesto uomo è come sempre preziosissimo: i 7 assist distribuiti nei 23′ di utilizzo denotano la bontà della prova offerta in regia dal 35enne folletto nato nella città dell’Amore Fraterno, Philadelphia. Come dice il proverbio: “nella botte piccola, sta il vino buono“…
9 – Le triple segnate da Joe Ragland. Su 11 tentativi. 9/11. 82%. Ma davvero? In quale videogame? No, nessun trucco, tutto vero. Che ci crediate o no, il nativo di Springfield ha letteralmente messo a ferro e fuoco la difesa canturina con una serie di siluri dalla lunga distanza che hanno devastato la formazione di coach Recalcati lungo l’arco di tutta la gara. Chiude con 33 punti (suo record in serie A) e 34 di valutazione. Serata da incorniciare per il leader realizzativo della Sidigas che ci ha ricordato, complici la canotta verde e la sua educatissima quanto mortifera mano mancina, un altro grande campione di questa specialità che negli scorsi anni abbiamo potuto ammirare soprattutto a Siena, ovvero Terrell McIntyre, autore di un formidabile e irreplicabile 10/10 dalla lunga distanza il 22 aprile del 2006, quando ancora giocava per Reggio Emilia. Tornando a Joe, non poteva trovare miglior modo di farsi rimpiangere dai suoi ex tifosi… American Sniper.

8 – Le assistenze di The Brain, Maarty Leunen. 10 punti (pesantissima la bomba del 82-78 a 2 minuti dal termine), 4 rimbalzi e la solita intelligenza cestistica sublime per l’ala grande che per 5 anni, dal 2010 al 2014, onorò la maglia biancoblu. I già citati Ragland e Green gestiscono la palla molto più tempo rispetto a Martino, ma è proprio lui il vero metronomo, l’ago della bilancia della squadra di Sacripanti. Non è un caso che il suo +11 di plus/minus sia il secondo migliore della squadra. Citando uno striscione che si leggeva nell’era Trinchieri al Pianella: “No Marty, No Party“…

7 – I punti segnati da Alex Acker, altro ex di turno. Partendo dalla panchina, non fa mancare un discreto impatto non solo in attacco ma anche in difesa e a rimbalzo (5 carambole catturate). Peccato per un finale non particolarmente lucido, con un paio di conclusioni rivedibili e soprattutto quella sanguinosissima palla persa a metà campo pagata a caro prezzo con la tripla del +6 Avellino (vi lascio indovinare chi l’ha mandata a bersaglio…).
6 – I punti segnati da Sasà Parrillo nel secondo quarto, ovvero nel momento in cui Cantù è rientrata prepotentemente in partita dopo il 29-13 sul quale si era chiuso il primo periodo. Le due bombe del beneventano, scagliate con coraggio e anche un pizzico di follia, hanno rilanciato e rivitalizzato la MIA. Non è bastato, ma l’intensità e il cuore di questo ragazzo (ma anche di Francesco Quaglia) sono encomiabili.
5 – Le bombe realizzate (su 8 tentativi) da David Logan. Il suo inserimento nel collettivo della Scandone non è stato semplice e immediato, ma dopo qualche settimana i primi risultati iniziano a vedersi. Le qualità e il talento del giocatore non sono in discussione e i 22 punti segnati contro la MIA Cantù ne sono la conferma ulteriore, così come vanno sottolineati i 4 assist e il +17 di plus/minus. Ma attenzione: senza Fesenko il gioco di Avellino è in mano quasi esclusivamente alle iniziative individuali dei propri esterni e queste situazioni sono il pane quotidiano dell’ex Sassari; resta da vedere se e come cambierà il suo rendimento con il rientro del centro ucraino, presenza tanto importante quanto ingombrante in area. La domanda, dunque, è questa: riuscirà Sacripanti, una volta che sarà rientrato Fesenko, a conciliare il talento dei suoi esterni con il sistema di gioco ideato per favorire il suo big man?
4 – Il numero di triple realizzate (su altrettanti tentativi) da Zabian Dowdell. Il playmaker canturino, uno dei migliori assistman del nostro campionato, per una sera ha deciso di vestire i panni del finalizzatore senza badare troppo ai passaggi smarcanti per i compagni, data anche la scelta di Avellino di ingabbiare Johnson, passando dietro ai blocchi sul pick’n roll e lasciando di conseguenza spazio per concludere a Zab, il quale era reduce da un disastroso 1/6 nel derby di settimana scorsa contro Varese dalla lunga distanza; contro la Sidigas si è riscattato alla grande, dimostrando di avere nelle corde un tiro più che rispettabile. Chiude la sua partita con 24 punti (high stagionale), 27 di valutazione, una sola persa e un solo assist. Serata anomala ma estremamente positiva in termini di leadership per The Wise WiZabrd.

3 – I recuperi di Tremmell Darden, i punti di Craig Callahan e i rimbalzi in attacco preda di Andrea Zerini. Per quanto riguarda il Professore di Inglewood, non al meglio fisicamente, la solita sostanza difensiva abbinata alla classe di chi ha calcato con passo sicuro tanti parquet di livello nella sua carriera. Il capitano della MIA ancora una volta ha visto il campo con il contagocce, ma ha fatto comunque in tempo a piazzare una tripla per tenere la squadra a galla nel primo periodo e a dare un paio di legnate allo scatenato Ragland nella terza frazione. Per quanto riguarda Zero, minuti importanti in marcatura stretta su Johnson, pericolo numero 1, ma anche un importante contributo offensivo a rimbalzo e a referto (6 punti estremamente preziosi).
2 – La differenza tra i tentativi della Scandone dall’arco dei 3 punti e quelli da 2 punti (33-31). Statistica alquanto curiosa e singolare, ma che ha premiato la squadra di Sacripanti che ha effettivamente tirato molto meglio dai 6.75 m (18/33, 54.5%) rispetto che da dentro l’arco (13/31, 42%). L’assenza di Fesenko è stata determinante nella maturazione di questa statistica, ma Sacripanti non potrà certo fare sempre affidamento su una produzione da 55 punti del duo Ragland-Logan e sulle altissime percentuali dei lupi questa sera. Insomma, Avellino ha un gran bell’organico ma al momento non ci sembra ancora ben assestata per disputare dei playoff all’altezza di una squadra che vuole ambire alla finale scudetto.
1 – Il tempo giocato da JaJuan Johnson. Probabilmente nel primo tempo ha fatto giocare il fratellino scarso e soft, non si sa per quale motivo: conclusioni affrettate e imprecise da fuori, palle perse, confusione, stoppate subite… Poi nella ripresa, dopo l’intervallo, inizia a giocare sul serio e piano piano a entrare in partita. Segna il suo primo canestro dal campo a meno di 2 minuti dal termine del terzo periodo. Piazza 4 schiacciate delle sue (almeno 2 di queste da highlights) ma non basta: saranno 17 per lui con 5/12 dal campo e 7/8 dalla lunetta. Considerando che all’andata ne aveva messi 35 mangiandosi Fesenko e i suoi 130 kg…
0 – I punti (non) segnati da Obasohan, Randolph e Calathes. Il belga tra i 3 è stato il meno negativo, dato che Sacripanti da lui si aspetta intensità difensiva e atletismo, più che produzione offensiva, compito che un talento come Levi Randolph dovrebbe risolvere senza troppi patemi; al contrario, il numero 20 statunitense ha dimostrato ancora una volta il suo limite più grande: la costanza di rendimento e la presenza mentale sul match. Passando al lungo greco della MIA, difficile trovare parole: 0/3 al tiro, due palle perse, -3 di valutazione… Un corpo asettico. Pat Cadaver. Sperando che, passata la domenica delle palme e con l’imminente arrivo della Pasqua, risorga…
Le dichiarazioni a fine partita di Sacripanti offerte dalla Scandone Avellino






Filippo Stasi alla fine si è realizzato ciò che sospettavamo prima della partita e che anche il Charlie sottolineò.. No Fesenko = Ragland+Logan da 55 punti in due.. Purtroppo il nickname Pat Cadaver non poteva essere più calzante..
… Speriamo che risorga per questo finale di stagione 🙂
Pat Cadaver mi ha spezzato 😂 FFilippo Stasiduro ma giusto!