
07/04/1968 – 07/04/2018. Diversi protagonisti dell’allora Oransoda Cantù, hanno commemorato ieri nella Sala Giunta del Comune la prima grande impresa della storica società di pallacanestro, tra aneddoti, emozioni e…foulard!
In questa giornata ricca di significati, vorremmo partire da una premessa. Spesso e volentieri, quando ci si ritrova a celebrare anniversari di qualsiasi tipo, si rischia di cadere nella “banalità”. Focalizzandoci troppo su un numero poco significativo e fine a se stesso, trascurando invece la memoria dei ricordi. Ieri però, tutto questo, non è successo. Vuoi per l’importanza della data (cinquant’anni, equivalenti a mezzo secolo, mica noccioline..) ma soprattutto grazie ai tanti protagonisti dell’Oransoda Cantù edizione 1967/68, che con i loro aneddoti hanno reso magica questa conferenza tra le mura dell’edificio comunale. A fare “gli onori di casa”, vista l’assenza del Sindaco Edgardo Arosio, ci ha pensato il suo vice Matteo Ferrari, il quale ha affermato che la cittadina dovrebbe essere conosciuta equamente tra mobili e basket, ma in realtà capita frequentemente che l’ago della bilancia pende più a favore di quest’ultimo.

A farla da padrona ci ha invece pensato l’ineguagliabile Gianni Corsolini. E non poteva essere diversamente. Grazie ancora alla sua lucidissima memoria, l’84enne che allora ricopriva la carica di direttore sportivo e che portò nella città brianzola Arnaldo Taurisano e Boris Stankovic nella qualità di coach, ha voluto sottolineare come il Comune ha seguito sempre in tutto e per tutto la società di pallacanestro.
Per Carlo Recalcati, quella che inizialmente poteva sembrare una formazione con poca logica vista la presenza di tre “lungagnoni” in quintetto come Burgess, De Simone e Merlati (il famoso “Muro di Cantù”), era un gruppo vero e che stava bene insieme. Uno spirito d’unione alimentato anche dalla creazione del college proprio in quei tempi e che permetteva anche a taluni membri della prima squadra di risiedere in città a contatto coi più giovani. Secondo il “Charlie”, la vera svolta in quella stagione fu la sconfitta al ritorno a Napoli (che fece il paio con quella dell’andata). In quel momento si resero conto che andando avanti in quella maniera stavano per perdere un’occasione e, dopo una confronto tra i sei senatori, scattò la molla che permise nel rush finale di superare il difficilissimo trittico formato da Venezia, Varese e Milano. Il 7 aprile 1968, grazie al 71-58 inflitto ai meneghini, l’Oransoda si laureò Campione d’Italia.
A prendere parola ci hanno pensato anche Alberto “Cana” De Simone e Alberto Merlati, che come già detto in precedenza, formavano il cosiddetto “Muro di Cantù”. A detta del primo, che ha vinto molto in carriera anche nella sua Argentina, non ha mai visto festeggiare così tanto la conquista di un trofeo come in quella circostanza. Per il secondo, particolarmente faticoso è stato soprattutto il suo primo anno canturino, costretto continuamente a far da spola tra l’Università di Torino e il Palasport Parini, non chiedendo mai alla sua società un permesso che fosse uno, ma al tempo stesso felice per tutti questi sacrifici. Vivi i ricordi dei festeggiamenti nei quali non si poteva camminare tra la gente, mentre il rapporto con la città brianzola è stato definito una delle cose più belle della sua vita.
In tutta questa schiera di fenomeni, presenti anche Fabrizio Della Fiori (all’epoca giovanissimo ed esordiente in prima squadra) e Pierluigi Marzorati. Quest’ultimo però nel 68′ fece ancora parte della squadra Allievi, considerati i suoi soli quindici anni e rotti mesi. Grazie al “Pierlo” e ai suoi compagni però, Cantù fra meno di un mese si appresterà a celebrare un’altra ricorrenza, poiché il 1 maggio dello stesso anno venne conquistato il primo di sedici titoli tricolori, battendo in finale Napoli per 58-48 con 35 punti del play-maker. Per la bandiera canturina gran parte del merito è da attribuire a coach Gualtiero Bernardis, che seppe amalgamare al meglio quella banda di ragazzini.
Non poteva ovviamente mancare l’attuale AD Andrea Mauri, che ha affermato che ritrovarsi dopo cinque decenni a ricordare il primo scudetto è motivo di grande orgoglio ma al tempo stesso anche di grande responsabilità. Alla sua sinistra sedeva Stefano Vitali, amministratore della Tessitura Vitali di Calco, attraverso la quale si sta realizzando un particolare foulard celebrativo con le firme degli atleti di quella stagione, sostanziale replica dell’originale e conservato attentamente da Carlino Cattaneo in tutti questi anni e che verrà donato a tutti i protagonisti di questi due scudetti.

Qui di seguito vi riportiamo i roster completi della prima squadra e degli allievi dell’Oransoda Cantù 1967/68, che iniziarono a far conoscere la “città dei mille canestri” a tutta Italia prima, Europa e resto del Mondo poi.
PRIMA SQUADRA: Frigerio, Burgess, Cossettini, De Simone, D’Aquila, Della Fiori, Merlati, Recalcati, Tirabosco, Marino, Munafò, Rossi. All.: Stankovic
ALLIEVI: Marzorati, Bianchi, Guanziroli, Beretta, Pellegatta, Zonta, Travaglia, Cofrancesco, Lietti, Ballabio, Gatti. All.: Bernardis
Infine, il memorabile tabellino dell’incontro del 7 aprile 1968 (Cantù-Milano 71-58) che fece entrare di diritto i brianzoli nella storia del basket italiano.
Oransoda Cantù: Burgess 12, Recalcati 29, Merlati 3, De Simone 8, D’Aquila 13, Frigerio 6, Marino, Cossettini, Rossi, Tirabosco.
Simmenthal Milano: Iellini 2, Brumatti 5, Pieri 2, Masini 14, Fantin 9, Rimunucci 4, Ongaro 6, Raymond 15, Cerioni, Rosi.






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