Meo Sacchetti cinquanta sfumature di…blu: dall’Italbasket a Cantù

meo sacchetti
[ethereumads]

Acqua San Bernardo saluta Marco Sodini e ufficializza Meo Sacchetti come coach. Per lui un contratto biennale e l’onere di portare Cantù in A.

Tutto nell’arco di una giornata. O meglio, nel giro di pochissime ore, precisamente sette. Tante sono infatti servite alla Pallacanestro Cantù per comunicare dapprima la separazione con l’allenatore precedente, rendendo successivamente noto il nome del successore. Non certo uno qualsiasi. Un nome preannunciato già da alcuni giorni, un pezzo da novanta che nonostante una carta d’identità non più di prima mano (è nato il 20 agosto 1953), fa di Romeo Sacchetti anche un colpo ad effetto mediatico nel panorama di Legadue. Tra le parti è stato firmato un contratto biennale.

Una carriera costellata da successi e soddisfazioni quella del quasi 69 enne nativo di Altamura. Ultima in ordine di tempo è stata l’esperienza alla guida dell’Italbasket, dal 2017 al 2022. Con lui in panchina la nazionale azzurra è tornata finalmente a disputare un Mondiale a distanza di 13 anni (Cina 2019) ma soprattutto un’Olimpiade, Tokyo 2021, dopo che l’ultima fu Atene 2004. Con la leggendaria qualificazione in casa della Serbia nel preolimpico di Belgrado.

meo sacchetti
Charlie Recalcati, lui e Meo Sacchetti ultimi due coach ad aver guidato l’Italia alle Olimpiadi

Meo Sacchetti coach: incetta di trofei a Sassari, Coppa Italia a Cremona e varie promozioni

Un percorso, quello da head-coach, intrapreso a partire dal 1996 all’Auxilium Torino in B d’Eccellenza. Una categoria vinta alla sua seconda annata con Castelletto Ticino (ci rimarrà dal 2002 al 2005 e nel 2006/07), dopo aver condotto la Cierre Asti dalla C2 alla B2 in tre stagioni. Annuali le tappe con Fabriano Basket e l’Orlandina, ma intensa con quest’ultima: nel 2007/08 nella massima serie centra il sesto posto e le Final Eight di Coppa Italia, prima di approdare a Udine.

Un trofeo alzato al cielo due volte con la Dinamo Sassari, piazza nella quale verrà ricordato per sempre per la promozione in A e lo storico triplete del 2014/15 con l’aggiunta di Scudetto e Supercoppa Italiana. Sarà però la conclusione di un ciclo, perché Romeo Sacchetti passerà all’Enel Brindisi. In Puglia una sola stagione, poi il triennio alla Vanoli Cremona dove solleverà la terza Coppa Italia. Meno fortunata l’ultima conduzione di un club, con l’esonero alla Fortitudo Bologna nel dicembre 2020 dopo soltanto nove incontri. Una carriera quasi trentennale, nella quale il blu e le sue tonalità sono state spesso ricorrenti nei colori sociali dei club con cui ha avuto a che fare.

Meo Sacchetti giocatore: le gioie più grandi in nazionale

Più breve ma certamente non meno bella quella intrapresa da atleta. Due decenni in cui il padre di Brian ha vestito le canotte di Libertas Asti, Auxilium Torino e Gira Bologna, diventando poi una bandiera della Pallacanestro Varese (dal 1984 al 1992). Calca i parquet della massima serie per quindici stagioni, totalizzando 6333 punti in 456 match.

Ma il palmares si arricchirà grazie alla maglia azzurra. Nel 1980 arriverà l’argento alle Olimpiadi di Mosca, agli Europei di Nantes del 1983 la medaglia d’oro e in quelli di Stoccarda 1985 la medaglia di Bronzo. A questi va aggiunto anche un argento ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca nel 1983. Dal 2016 inoltre è entrato a far parte della Hall of Fame.

Quarto coach di Cantù dopo essere stato Ct dell’Italia

Romeo Sacchetti non è però il primo a essere diventato allenatore di Cantù dopo aver condotto la nazionale maggiore di basket. Il primo di questa breve lista è Vittorio Tracuzzi, Ct nel 1952/53 e rimasto in Brianza dal 1960 al 1962. Successivamente toccò a Giancarlo Primo, autore di ben un decennio alla guida dell’Italia prima di approdare nella Città del Mobile nel 1982/83.

Sia prima che dopo invece per Carlo Recalcati: a Cantù dal 1984 al 1990 e nella seconda parte del 2016/17, nel mezzo otto anni al servizio della Fip. Percorso inverso invece per Valerio Banchini, con il “Vate” che dapprima ha assaggiato la panchina canturina dal 1979 al 1982, per poi guadagnarsi la chiamata azzurra per il biennio 1985-1987.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Marco Ballerini
Un calcio al pallone, due tiri a canestro, una corsa nei boschi, una pedalata tra salite e discese, una nuotata nel mare, una sciata nel bianco, una pagaiata sul lago.. Sacrifici, sudore, fatica, passione, socialità, emozioni, obiettivi, traguardi.. Lo sport è sempre un ottimo pretesto per VIVERE e per sentirsi VIVI !!

Lascia un commento