
La Red October Cantù ha ufficializzato quest’oggi l’ingaggio per la prossima stagione di Evgeny Pashutin, allenatore russo dall’ottimo curriculum. Però il popolo dei tifosi biancoblu sembra spaccato in due, a lui il compito di mettere tutti d’accordo.
Torna a soffiare prepotentemente il vento dell’Est sulla Brianza cestistica. Si perchè la conduzione societaria rimane la medesima, ma dopo una stagione in cui Marco Sodini come capo allenatore ha saputo portare la squadra ad un brillantissimo settimo posto finale, alla guida del team canturino torna ufficialmente un coach dell’ex blocco sovietico. Si tratta di Evgeny Pashutin, russo classe 1969, reduce da una esperienza non proprio da ricordare (per usare un eufemismo..) all’Avtodor Saratov. L’ufficializzazione della Pallacanestro Cantù (come vi avevamo già anticipato sulla nostra fanpage) è arrivata questo pomeriggio.
Nel club della cittadina che sporge sul fiume Volga e costituita da circa 842.000 abitanti, il nativo di Sochi iniziò ad allenare nella scorsa stagione e si vide rinnovare il contratto per la prossima in virtù del quinto posto ottenuto al termine della regular-season di Vtb League (14 vinte e 10 sconfitte). Ma nei quarti di finale dei play-off arriva la goccia che fa traboccare il vaso tra Pashutin e il proprio presidente. Quest’ultimo intima al proprio coach di schierare gli elementi più giovani della propria rosa, andando così incontro ad una inevitabile eliminazione. Lo Zenit San Pietroburgo ringrazia, imponendosi 3-0 nella serie. Ma inevitabile diventa anche la separazione tra le due parti.

Di tutto rispetto i trascorsi di Evgeny Pashutin da allenatore. Per lui esperienze al Cska Mosca dapprima come assistente di Ettore Messina e poi come head-coach nel 2009-10 (in cui centrò il “triplete” con campionato russo, coppa russa e Vtb League), passando poi ad allenare Unics Kazan e Lokomotiv Kuban, con le quali conquista una Eurocup a testa rispettivamente nel 2011 e nel 2013. Ma ha guidato anche le proprie nazionali: nel 2005 laureandosi campione d’Europa con l’Under 20, nel 2015 disputando l’Europeo con la maggiore. Da giocatore invece (fu un playmaker di 188 cm), indossò le canotte di Spartak San Pietroburgo, Dinamo Mosca, Avtodor Saratov, Maccabi Ra’anana, Unics Kazan e Cska Mosca.
I tifosi biancoblu, come potete notare dal sondaggio lanciato sulla nostra pagina Facebook, sono letteralmente divisi in due sull’arrivo di Pashutin. Attualmente (H22.45 del 7 giugno 2018), la percentuale che esprime un proprio gradimento è attorno al 43%, con il 57% che avrebbe preferito invece un coach nostrano. Crediamo noi, più memori delle esperienze non propriamente soddisfacenti con i suoi predecessori Bazarevich e Kurtinaitis, che non per le impronte di gioco, basate su buona difesa, libertà in attacco unito ad un sempre sano contropiede. E forse anche ad un modo di giocare differente tra il campionato russo e quello italiano, con il secondo negli ultimi anni molto sbilanciato sullo small-ball a differenza del primo.

Ma quello che in tanti sottovalutano, è che per la prima volta nella gestione Gerasimenko, la figura di head-coach è stata la prima ad essere scelta e mai capitò con così largo anticipo. Ne deriva che la costruzione della squadra potrebbe essere finalmente condivisa ad immagine e somiglianza di Pashutin, siamo sicuri che la sua voce in capitolo avrà un peso specifico ben differente rispetto al passato. A supportare questa ipotesi, è imminente l’ufficializzazione di Ike Udanoh (lungo dalle caratteristiche prettamente difensive) e vivo è l’interesse per Ian Hummer, ala proprio alla corte dell’allenatore russo nel 2017-18. Da agosto, spetterà a lui mettere tutti d’accordo. Buon lavoro, Evgeny.





