Evgeny Pashutin: gruppo, difesa, intercambiabilità. Questa la mia Cantù

Evgeny Pashutin
[ethereumads]

Evgeny Pashutin si è presentato alla stampa illustrando i piani per la sua Cantù. Centrale la creazione di un gruppo unito, con difesa forte e corsa.

 

È un omone di quasi un metro e novanta che viene direttamente dalla fredda Russia, ma di freddo sembra avere veramente poco. Evgeny Pashutin si è presentato stamattina alla stampa con simpatia e disponibilità verso i giornalisti giunti nella sede di Cermenate. Carico, pronto e già calato nella realtà canturina, tanto da conoscere già le principali testate locali.

“Ringrazio prima di tutto Dmitry Gerasimenko per avermi proposto di allenare un club con una così grande storia alle spalle, sia in Italia che in Europa. Insieme cercheremo di riportare la Pallacanestro Cantù al top”- sono le prime parole del coach, che mostrano la volontà di far bene e di centrare i playoff anche in questa stagione.

“Abbiamo un roster giovane, con tanti giocatori al primo anno in Italia e per questo motivati”- ha continuato coach Evgeny Pashutin-“Il mio compito sarà quello di amalgamarli e creare una squadra unita. Giocheremo un basket duro in difesa e veloce in attacco.”

Un ultimo pensiero, con tanto di elogio, è andato allo staff, pronto e in divisa al suo arrivo. Poi è stata la volta delle domande dei giornalisti: tanti i temi trattati, tanti gli spunti dati dal coach.

Kurtinaitis e Bazarevich

I due suoi predecessori provenienti dall’est Europa, per quanto illustri, hanno fallito a Cantù, ma questo non sembra preoccupare Pashutin. Il coach russo ha avuto parole d’elogio per i due colleghi e ha spiegato che una stagione fallimentare può capitare e dipende da vari fattori. Purtroppo a loro è stato chiesto di vincere da subito, quando magari serviva tempo per vedere i frutti di un percorso. È consapevole della difficoltà della sfida, ma proveranno a giocare uniti, forti in difesa, sacrificandosi per i compagni. Sarà importante focalizzarsi tutti sullo stesso obiettivo, mettendo la squadra prima delle statistiche.

Evgeny Pashutin
Evgeny Pashutin si presenta

Sul roster

“Siamo una squadra di talento”- spiega Evgeny Pashutin- “abbiamo cercato giocatori atletici e veloci in grado di giocare bene insieme e di fare canestro. Tutti i nostri atleti possono giocare più ruoli. Volevamo avere giocatori universali per affrontare una stagione molto lunga, per poter ruotare ed essere sempre imprevedibili. Non credo sia un problema non avere un playmaker di ruolo. L’importante è avere uomini in grado di palleggiare e di passare la palla. Il basket moderno non ha più ruoli definiti“.

In questo senso spiega come Gaines possa giocare da playmaker come da guardia, Blakes possa giocare nei tre ruoli esterni, Calhoun abbia un ottimo palleggio pur essendo un’ala, Udanoh è piccolo ma un super rimbalzista, Davis può giocare da ala e da centro e il nuovo arrivo Tony Mitchell possa giocare anche da 4, aprendo il campo “alla Datome” nei momenti chiave della gara.

A proposito di momenti chiave, non importa non avere un vero e proprio leader, sebbene Mitchell e Gaines, a suo dire, sappiano caricarsi la squadra sulle spalle. Ciò che conta sarà fare le scelte giuste e giocare di squadra. Solo così si potrà essere imprevedibili e vincenti.

Evgeny Pashutin
Tony Mitchell, ultimo acquisto di Cantù

Su Cantù e le aspettative

“Tutti conoscono le squadre storiche dei vari paesi europei. In Russia c’è il CSKA, in Spagna il Real Madrid, in Italia c’è Cantù ed è un onore essere qui. Non me la sento di fare promesse riguardo ai risultati, ma posso promettere che darò il massimo e ci metterò il cuore per fare bene in Italia e in Europa.”

Anche se le prime stime sui giornali e sul web danno la Red October nella fascia medio-bassa, Pashutin è fiducioso e ricorda quello che è successo nella passata stagione, quando ha preso l’Avtodor Saratov a stagione in corso:

“Era una squadra con un budget basso che arrivava da diverse sconfitte. C’erano 6 russi e 6 americani che giocavano per le statistiche. Siamo stati bravi a compattarci, a creare gruppo, e siamo riusciti a battere tante grandi del nostro campionato, arrivando anche davanti al Khimki in classifica (Avtodor quinto, Khimki sesto).

Gruppo, durezza in difesa e intercambiabilità, questi gli imperativi di coach Evgeny Pashutin, presi in prestito da Ettore Messina, uno dei suoi maestri. La ricetta è fatta ed è buona, ma ora sta allo chef Pashutin amalgamare gli ingredienti nel modo giusto. Se il risultato sarà dolce o amaro lo dirà il campo.

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Simone Dalla Francesca
Laureato in Linguaggi dei media all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e giocatore di basket per l’Alebbio. Dopo una parentesi a La Gazzetta dello Sport, sono ora un collaboratore de La Provincia di Como.

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