
Eagles Cantù e Tutti Insieme Cantù scrivono a Gerasimenko. I primi non saranno a Desio, i secondi chiedono persone qualificate.
Sono giorni decisivi per il destino della Pallacanestro Cantù, ammesso che attualmente si possa ancora chiamare così. Sì, perché di Cantù, della canturinità, dello stile inconfondibile che l’ha resa grande, ormai la società brianzola ha ben poco. Quell’aria di famiglia, quella professionalità apprezzata da tutti gli amanti del basket, ma soprattutto quel filo invisibile ma resistentissimo che collegava proprietà e tifoseria, sembrano ormai cose lontane.
È opinione condivisa che qualcosa deve cambiare. Tra ieri e oggi due potenti grida di dolore e passione si sono alzate dalle strade della città. Per primi si sono fatti sentire coloro che più di ogni altro hanno speso la loro vita per questa squadra: gli Eagles Cantù. La tifoseria canturina ha ribadito il proprio disappunto in primo verso la ridicola campagna abbonamenti, forse la causa scatenante dei principali malumori. Contestano inoltre la rescissione con Recalcati e la successiva scelta ricaduta su Bolshakov, il cui figlio pare destinato al posto di GM. Grave poi la mancata presenza sul territorio, che non dà riferimenti ai tifosi e, ciliegina sulla torta, la rottura con il Progetto Giovani Cantù, campione under 20 solo due anni fa, in un Pianella gremito. “Ti abbiamo sempre sostenuto”- concludono gli Eagles Cantù- “ma adesso non ce la facciamo davvero”. O le cose cambiano in breve tempo, o gli Eagles quest’anno non saranno a Desio. Una presa di posizione dura, anche per gli stessi ultras, ma più che mai doverosa per ricordare che “la squadra appartiene a tutti noi”.

Agli Eagles, fa il coro l’associazione Tutti Insieme Cantù, l’azionariato popolare nato tre anni fa per sostenere economicamente i colori della città. “Non ti crediamo più” -si legge nella lettera a Gerasimenko- “abbiamo accolto il tuo arrivo come un sogno […] questo sogno però sta diventando un incubo”. Seguono una serie di motivazioni senza mezzi termini, da quelle già citate dai tifosi canturini a quelle riguardanti l’associazione e il drastico calo di credibilità agli occhi di soci e sponsor. “Chiediamo quindi con questa lettera, al fine di tutelare il nostro bene massimo che è la Pallacanestro Cantù, di procedere immediatamente alla scelta e al conseguente ingaggio di persone qualificate che possano occupare ogni ambito della società sportiva”, conclude TIC.
Nel frattempo la campagna abbonamenti tanto contestata è ferma a meno di 300 tessere dopo quasi un mese dal lancio. Sembrano ormai lontanissimi i tempi in cui in un paio di settimame venivano staccate oltre mille tessere. Lontani i tempi in cui, anche senza grandi risultati, si puntava a 2500 abbonamenti. Se la famiglia Gerasimenko sperava di fare cassa con questa campagna, dovrà sopportare un difficile “ottobre rosso”.
I tifosi non ci stanno. La squadra deve tornare nelle mani di chi la ama, nelle mani della propria città. Si è probabilmente arrivati ad un punto di non ritorno. O Gerasimenko fa diversi passi verso la città, o in qualche modo la città ha intenzione di riprendersi la propria squadra, anche al costo di ripartire dal basso. Cosa bolle in pentola non ci è dato saperlo, ma l’impressione è che l’anti-rivoluzione russa del popolo biancoblu sia appena cominciata.






Io, per prima cosa, vorrei poter parlare vis a vis….con tutti I miei interlocutori…..con Gerasimenko, non e’ possibile e in troppi, considerano questa non possibilita’ un fattore secondario…..hanno ragione loro?……
Magari anche attraverso una grata?
Il soggiorno “obbligato”, a Cipro, del sig. Gerasimenko, mi impedisce di mettere in primo piano le sue azioni “bizzarre”, nella gestione della Pallacanestro Cantù.