
Torna l’appuntamento con le statistiche della Red October Cantù, questa volta accompagnato da qualche riflessione. Al centro dell’attenzione soprattutto Christian Burns.
È ancora fresca nella memoria di tutti la vittoria con Avellino che ha riportato Cantù in zona playoff. I punti di Smith, i liberi di Culpepper, l’esordio di Ellis. Una vittoria di cuore di un gruppo di ragazzi che è sempre più squadra e sempre più un avversario temibile per chiunque. Difficile per gli allenatori avversari decidere chi togliere dalla partita, perché ogni singolo giocatore della rotazione ha il talento per far male. Non è un caso che diversi giocatori della Red October occupino posizioni di vertice nelle graduatorie statistiche.
Cominciamo parlando di Christian Burns, autore di una stagione al di sopra delle aspettative, tanto da attirare costantemente l’interesse delle rivali. Durante il match con Avellino, la curva canturina ha voluto ribadire con uno striscione che il lungo azzurro non si tocca. Nonostante gli uomini di Sacripanti siano riusciti ad escluderlo dal gioco, limitandone i numeri, Burns conserva due primati in campionato. Il primo è quello dei rimbalzi (escludendo Lalanne, approdato al Besiktas): 9,3 quelli catturati dal numero 23, di cui 2,6 in attacco. Ma il dato più sorprendente è che continua ad essere il migliore per valutazione con 19,1 di media.
Si sa, i numeri non dicono tutto di quello che succede in campo. Basta pensare all’importanza di Leunen per Avellino, di Moss per Brescia, di Chappell per Cantù. È altrettanto innegabile però che l’energia di Burns sia importantissima per i biancoblu. Miscelando i numeri al suo impatto effettivo, può Christian Burns essere considerato un candidato alla lotta per l’MVP della regular season? La mia risposta di cuore sarebbe sì, perché vedere un operaio trionfare in mezzo a giocatori più talentuosi sarebbe un bel manifesto, un invito a lottare senza mai mollare. Quella più razionale invece è no, perché i numeri da operaio sono meno evidenti dei numeri da realizzatore. Jason Rich, punta di diamante dell’attacco di Avellino, squadra di alta classifica, si nota molto più del roccioso Christian Burns.

Restando in tema MVP, il nome di Randy Culpepper si è fatto eccome. I problemi fisici lo hanno rallentato ed escluso da questo tipo di discorsi, ma l’uomo volante di Cantù continua ad essere decisivo. Quarto realizzatore del campionato con 17,5 punti ad allacciata di scarpe, secondo per recuperi (1,8) e per falli subiti (4,9). Terzo per valutazione (sempre escludendo Lalanne) con 18,3. Tornasse a produrre regolarmente queste cifre, sarebbe il principale antagonista di Rich per il premio di miglior giocatore.
Jeremy Chappell, tuttofare della squadra, entra in top 5 solo per recuperi (quarto con 1,6). La verità è che non domina in niente ma fa ogni cosa molto bene. Preziosissima pedina dello scacchiere di Sodini, jolly adattabile a qualsiasi ruolo. Probabilmente più imprescindibile degli altri due già citati, anche quando non trova il canestro.

Andrea Crosariol è stabilmente sul podio delle classifiche delle stoppate (secondo con 1,2 palloni rispediti al mittente) e dei tiri da 2 punti (terzo con il 66,4%). Ci auguriamo di rivederlo presto in campo.
Solo sesto per assist Jaime Smith, con 4 a serata. Bravo a mettere in ritmo i compagni così come a trovare punti in emergenza.
Menzione speciale per Salvatore Parrillo e Charles Thomas, che se raggiungessero in buon numero di tentativi sarebbero rispettivamente secondo e sesto per tiri da 3 punti. Parrillo ha un ottimo 51,2 frutto di un 21/41, Thomas il 42,2% con 19/45. I numeri del lungo del Mississippi risentono di un inizio di stagione non esaltante, ma nelle ultime 7 gare viaggia a 16 punti a partita, con una valutazione media di 18,7. Un valore aggiunto.






