Raphael Diaz, doppietta, capitano di uno Zugo che non lascia scampo a un Lugano spettatore non pagante di una serata da dimenticare.
Lugano – Sono serviti solo 19″ per capire che sarebbe stata un’altra serata negativa per i bianconeri. La buona prestazione a Zurigo di martedì aveva fatto ben sperare in vista dell’incontro di questa sera, ma purtroppo così non è stato, anzi tutto si é risolto nel primo periodo con un parziale di 0-4 che ha detto tutto sul divario non solo tecnico tra le due compagini. Non sempre le cose vanno come si vuole, per il Lugano è fondamentale giocarsela almeno alla pari con le prime quattro, ma in questa stagione due vittorie con Lions e Servette poi solo sconfitte tra Losanna e Zugo.
Il Lugano sta attraversando una fase di transizione fisica e mentale, dove anche per infortuni vari non riesce a trovare la cosiddetta “quadra”. Tuttavia lo Zugo é una squadra al momento non alla portata degli uomini di Pelletier. Dal punto di vista fisico ha dimostrato di esser di un altro livello, fraseggi e ripartenze veloci che hanno lasciato i bianconeri sul posto come in occasione della prima rete di Raphael Diaz. Non tanto per l’esecuzione finale quanto per l’azione che l’ha preceduta: contropiede fulmineo, Schlegel non protetto dai difensori e per Raphael Diaz é stato gioco facile ribattere a rete.
Fare una disamina delle reti degli avversari appare fin troppo facile, giocatori sempre liberi di muoversi, tirare e smarcarsi, segno di una grande condizione fisica e mentale, quella tecnica é più che appurata oltre che scontata. Oltre a Raphael Diaz autore di una doppietta che ha aperto e chiuso l’incontro, per lo Zugo sono andati a segno Thorell, Hofmann e Stadler. Cosa possiamo dire del Lugano? Non molto perché francamente nulla ha potuto, nessuna reazione, come se fosse impiantato sul ghiaccio. Solo Fazzini é stato in grado di violare la rete di Genoni, per il resto non pervenuto sia con gli special teams, sia in box play.
Dal punto di vista difensivo, i bianconeri hanno lasciato molto a desiderare. Vuoi per le defezioni importati di Riva, Heed e Wolf, vuoi perché gli altri non si sono dimostrati per nulla sul pezzo: i giovani Villa e Ugazzi hanno dimostrato carattere e voglia, mentre i compagni di reparto sempre fuori posizione, in ritardo e mai alla ricerca del contrasto. Il reparto offensivo stesso discorso, hanno tutti girato a vuoto senza creare mai alcun pericolo dalle parti di Genoni. Una cosa é certa, quando il Lugano cerca di fare quel salto in più, immancabilmente fallisce, per mille ragioni, e per le ambizioni della società è un grosso limite.
C’è sicuramente un ampio divario tecnico con le prime della classe, e quando tecnicamente si manca, il fattore fisico e caratteriale non riesce a colmare il divario. A questo punto serve solo recuperare i giocatori infortunati, e prepararsi alla prossima partita sempre alla Corner Arena ancora con il Davos per la quinta sfida stagionale.
Niklas Schlegel: messo alla berlina dei giocatori delle Zugo, ha fatto il possibile, mai protetto, quando ha potuto ha limitato un divario che sarebbe diventato più che imbarazzante. Sostituito dopo l’1-5 dal giovane Fatton che ha dimostrato di avere i giusti numeri.
Alessandro Villa e Nicolò Ugazzi: i due giovani del settore giovanile si sono distinti per voglia, grinta e carattere, e forse sarebbe opportuno trovare loro più spazio anche a discapito di quelli più quotati che sembrano passeggiare sul ghiaccio.

Hc Lugano – EV Zug: 1-5 (0-4; 1-1; 0-0)
Reti: 0’19” Raphael Diaz (Zehnder) 0-1; 7’20” Thorell (Geisser, Leuenberger) 0-2; 10’38” Hofmann (Kovar, Schlumpf) 0-3; 17’47” Stadler (Yannick-Lennart) 0-4; 30’54” Fazzini 1-4; 31’33” Raphael Diaz 1-5.
LUGANO: Schlegel (Fatton); Wellinger, Loeffel; Nodari, Chiesa; Ugazzi, Antonietti; Romanenghi, Villa; Bodker, Arcobello, Bürgler; Suri, Lajunen, Walker; Bertaggia, Herburger, Fazzini; Morini, Sannitz, Lammer.
Penalità: Lugano 6×2’; Zugo 4×2’.
Note: Cornèr Arena, zero spettatori. Arbitri: Wiegand, Salonen, Burgy, Steenstra.





