HC Lugano ancora al palo: un gigante dai piedi d’argilla

[ethereumads]

Hc Lugano ancora sconfitto nella giornata del debutto di Gianinazzi, collettivo a corto di idee ma anche di fiato.

Lugano – Alla fine il progetto McSorley è naufragato malamente in una triste sera di ottobre a poche ore dall’inizio di una sfida con il Davos. E sulle modalità con cui è stata comunicata questa decisione ci sarebbe molto da dire ma lasciamo perdere, onde  dare il là a beghe fine a se stesse. L’unica cosa che possiamo prendere atto e’ la nomina di Luca Gianinazzi come head coach con un contratto a tempo indeterminato.

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Koskinen comunque una garanzia

Un ragazzo di 29 anni, allenatore degli Under 20 elite che cercherà di guidare questo gigante dai piedi d’argilla nel cammino tortuoso di questo campionato, piu’ che altro un girone infernale dantesco. La partita ci ha detto che in fondo per quaranta minuti un buon Hc Lugano e’ stato in grado di gestirla in modo piu’ che discreto. Essere efficace con gli special teams, anche nel box play tant’è che la rete dell’1-0 è arrivata con l’uomo in più su un grasso grazie ad Alatalo e il raddoppio grazie al giovane Zanetti.

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Luca Gianinazzi, nuovo Haed Coach dell’Hc Lugano

Di sicuro abbiamo visto una certa trasformazione soprattutto nell’approccio, nell’atteggiamento di alcuni giocatori, un Arcobello sempre più vivo nel gioco con molto minutaggio sul ghiaccio e ispirato. In grado di dettare i ritmi, comunque sempre pungente, cosa che non si è mai vista nelle precedenti 8 gare. Il capitano è l’emblema di questo Lugano di inizio stagione, era ormai palese che con McSorley le cose non funzionassero e in fondo la squadra ha preferito seguire il capitano anziché l’allenatore.

Tuttavia siamo di fronte a un film già visto, l’allenatore viene cacciato, la squadra reagisce magari con una vittoria o con una buona prestazione e poi il tempo sarà il giudice finale. O meglio ci dirà come andranno le cose, di sicuro Luca Gianinazzi si trova nella situazione molto delicata di gestire un gruppo di gente navigata, scafata ed i giovani in fondo con una certa malizia.

Il match ha messo in risalto per l’ennesima volta un Koskinen che questa sera ha tenuto in gara ancora i bianconeri per poi ahimè senza colpe cadere nel terzo periodo sotto il peso di tre reti per mano di Knack, Stransky e Rasmussen. Appare evidente che la squadra dal punto di vista atletico non c’è, perché malauguratamente al quarantesimo minuto è finita la benzina andando fuori giri completamente.

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Un Arcobello rinato dopo la cacciata di McSorley

I grigionesi hanno fatto la loro parte ed in fondo vincere con l’Hc Lugano di questi tempi ormai è un’abitudine per tutti, pure per il Kloten il che è tutto dire. Se vogliamo analizzare gli aspetti positivi, ci sara a disposizione per il nuovo staff una settimana di tempo per cercare di rimettere in ordine il puzzle bianconero, cercare di dare un’identità alla squadra in vista della sfida casalinga di venerdì prossimo con il Gottéron.

Non ci si poteva certo illudere che dalla sera alla mattina tutto potesse cambiare per magia, che i giocatori sfornassero una prestazione di altissimo livello, tuttavia hanno dato dimostrazione di saper giocare ma mentalmente e ancor piu’ fisicamente sono molto ma molto carenti. Ormai la stagione ha preso la sua piega ed inevitabilmente, è una gara in salita e a questo punto col materiale umano a disposizione si dovrà per forza di cose trovare un’unità di intenti e vedere dove si potrà arrivare. In fondo il potenziale ci sarebbe, occorre prendere atto fino a che punto i giocatori avranno voglia di mettersi in gioco.

Per quanto riguarda McSorley c’è molta amarezza perché in fondo un lavoro di programmazione su tre anni si è interrotto nel modo peggiore, il tecnico canadese ha latitato abbastanza a livello di personalità o quantomeno non era l’allenatore che abbiamo visto in quel di Ginevra. Certo è che la squadra è stata costruita sull’asse Domenichelli- McSorley quindi appare fuori luogo prendere atto che dopo un anno di lavoro siano venute alla luce incomprensione tra i giocatori e il coach stesso.

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Alatalo rinato coma Arcobello

Questo malessere probabilmente covava da tempo ma sarebbe quantomeno stato opportuno intervenire già da prima e cercare di capire perché le cose non funzionassero. La dirigenza ha preferito come sempre chiudere il rapporto e puntare su un giovane che per forza di cose dovrà essere tutelato al 100% dalla società e non lasciato in balia degli eventi perché altrimenti saremo di fronte all’ennesima storia da raccontare.

Hc Lugano – Hc Davos: 2-3 (1-0; 1-0; 0-3)

Reti: 8’42” Alatalo (Granlund) 1-0; 21’16” Zanetti (Riva, Herburger) 2-0; 43’41” Knak 2-1; 54’39” Stransky (Corvi, Nordström) 2-2; 56’16” Rasmussen (Bristedt, Schmutz) 2-3.

Hc Lugano: Koskinen; Mirco Müller, Alatalo; Riva, Kaski; Guerra, Wolf; Granlund, Arcobello, Fazzini; Morini, Thürkauf, Connolly; Bennett, Herburger, Zanetti; Gerber, Cortiana, Vedova; Näser, Stoffel.

Penalità: 5×2′ Lugano; 5×2′ Davos.

Note: Cornèr Arena, 5’116 spettatori.

Arbitri: Stolc, Borga; Altmann, Kehrli.

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Marco Capelli
Dalla magica notte di Davos..La maxi rissa di Ambrì..Il dramma di Schafhauser..La finale con quelli di "Lassù"..Gli olimpionici finlandesi di Torino 2006..i play-out..fino ad oggi con il ritorno ai vertici. Trent'anni di passione nata per gioco, ora sono qui a raccontarla.

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